Confesercenti Pistoia, elezioni amministrative: ecco le proposte e le nostre richieste

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In un documento si parla di cultura, turismo, ristorazione, montagna. “Serve un patto tra pubblico e privato e il digitale deve servire per rilanciare i negozi di vicinato”

Gli imprenditori del territorio, i lavoratori dipendenti, i giovani vogliono sapere dove andiamo. Pandemia e guerra hanno spento le certezze per il futuro. La ripartenza si è fermata. Dobbiamo riaccendere le speranze. I Comuni sono l’istituzione vicina alla quale rappresentare istanze, proposte, progettualità. Le elezioni amministrative a Pistoia, Quarrata, Serravalle, Marliana, San Marcello/Piteglio costituiscono pertanto una importante occasione di confronto. Di seguito le proposte e le richieste di Confesercenti Pistoia.

La nostra provincia soffre l’assenza di crescita e di nuova occupazione. Eppure sono presenti eccellenze produttive di valore nazionale come l’Hitachi e il vivaismo. Il turismo, invece, con la crisi delle Terme di Montecatini, la potenzialità inespressa della città capoluogo, il declino della montagna con l’assenza di investimenti, rappresenta un settore economico strategico anche per il futuro del commercio, che ha però bisogno di una strategia.

In un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, è fondamentale poter contare su una classe politica adeguata. La condizione determinante per la crescita dell’economia è un patto tra pubblico e privati, tra politica e imprese. C’è bisogno di una svolta per superare il galleggiamento sull’esistente. L’obiettivo è costruire un modello di sviluppo sostenibile condiviso da tutti gli attori pubblici e privati, per ottenere competitività e attrarre investimenti e presenze.

Pistoia capitale della cultura è stata un’occasione sostanzialmente sprecata. Non si è costruito niente per creare presupposti di continuità per la crescita. Il problema urgente da affrontare è la capacità di coinvolgere trasversalmente tutti i settori produttivi che portano presenze a Pistoia, in una progettualità comune per costruire l’offerta turistica. Occorre definire lo strumento in grado di mettere insieme le forze ed elaborare programmi di lavoro in sinergia con l’Ambito turistico. Un punto importante è poi la crescita del polo museale di Pistoia: l’obiettivo d’inserirvi il museo decentrato degli Uffizi a Montecatini costituirebbe una scelta strategica.

La ristorazione tipica, innovativa e di qualità rappresenta un prodotto essenziale per per fare di Pistoia un centro di attrazione. Per questo vanno sostenuti e incoraggiati gli investimenti e occorre affrontare i temi della decontribuzione dei salari per le imprese che non trovano dipendenti.

Il turismo rappresenta la vita della montagna. Non esiste altro settore che possa invertire la tendenza della decrescita dei residenti. Senza nuovi investimenti infrastrutturali e per l’ammodernamento delle strutture ricettive è impossibile far crescere i livelli occupazionali e il declino economico e l’abbandono della popolazione sono inevitabili. Il grande tema è costruire il comprensorio dell’Appennino Tosco/Emiliano: a oggi non è riuscito questo salto di qualità. Non sono stati utilizzati gli investimenti nazionali previsti, causa divergenze tra le istituzioni locali ed è ingiustificabile che non si trovi la strada per ricomporre le divisioni.

Riguardo al futuro del commercio di vicinato, in sofferenza sia nei centri storici, sia nei piccoli comuni e nelle zone disagiate, occorrono politiche in grado di favorirne il riposizionamento e la rinascita. In primo luogo è urgente vedere il commercio di vicinato collegato a turismo, eventi e cultura. In questo quadro il tema della rigenerazione urbana non è più eludibile. Ma questa non può ridursi a restaurare qualche edificio, opera ovviamente meritevole. L’obiettivo fondamentale è rendere le città smart, green e sostenibili.

In secondo luogo il digitale è una necessità anche per il commercio di vicinato: non possiamo più lasciare campo libero ai grandi del web. Il digitale va costruito su misura dei negozi, il cui fine è comunicare l’offerta commerciale ai consumatori. Il punto fondamentale è partire da reti di imprese del commercio (Centri commerciali digitali) con un sito che colleghi offerta commerciale, culturale, eventi, lasciando spazio a specificità da promuovere tramite web per la singola impresa. Il progetto pilota deve prevedere la messa a disposizione di professionalità e di formazione finanziata per titolari e dipendenti.

I mercati devono essere riqualificati, perché sono una risorsa per lo stesso commercio fisso, per il turismo e i residenti. Questo è l’unico modo affinché il commercio su area pubblica non perda imprese e sia tutelata l’occupazione. E’ poi indispensabile uscire dalle incertezze normative allo scopo di consentire agli operatori la programmazione della loro attività.

In conclusione, oggi la priorità che pone Confesercenti è un piano strategico che affronti la rimodulazione del sistema distributivo. Lo impone il peso acquisito dai grandi gruppi del commercio online, è richiesto dalla volontà di mantenere il valore sociale e culturale, oltre che economico dei negozi di vicinato nelle città e nei borghi. In questo quadro, green e sicurezza sono le richieste dei consumatori. E il digitale, a misura di piccola impresa, è una necessità per coniugare innovazione e rapporti umani.

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