Sondaggio Confesercenti Veneto: su 300 imprese venete intervistate, il 33% risponde a inflazione e tariffe energetiche, con il rialzo dei prezzi. La Presidente Giussani: ” La priorità rimane porre un freno alla corsa delle tariffe energetiche, in modo da preservare il potere d’acquisto delle famiglie e contenere il boom dei costi fissi delle imprese, motore principale dell’aumento dei prezzi”
Quello che da mesi, le Piccole e Medie imprese hanno cercato di non fare, oggi è l’unica via d’uscita per sopravvivere. L’aumento dei prezzi è per il 33% delle imprese intervistate e associate a Confesercenti, la prima azione da compiere per contrastare il rialzo delle tariffe energetiche e dei costi dei beni.
Alla domanda infatti, “Come intende agire?”, un terzo degli intervistati non dubbi: con l’aumento dei prezzi. Si fermano al 15% le imprese che limiteranno gli orari di lavoro e di apertura, leggermente inferiore il dato di coloro che introdurranno attrezzature a maggior risparmio energetico (14%); un 12% pensa di sospendere l’attività, un 10% ridurre il numero dei dipendenti; infine, ricorreranno al credito e ai finanziamenti garantiti, il 9% delle imprese intervistate.
ANDAMENTO DEI RICAVI
Rispetto all’andamento dei ricavi, le imprese intervistate hanno dichiarato essere inferiore al 2021 per il 40%, stabile per il 28% e si dividono equamente con un 16% coloro che hanno peggiorato di molto il loro fatturato e quelli invece che lo hanno aumentato.
QUALI LE MISURE PIU’ URGENTI?
Al nuovo Governo che si sta formando, il messaggio delle PMI venete è chiaro: un terzo vuole subito misure per contenere gli importi delle bollette, seguite da un 28% che ritiene prioritario fermare il rialzo di prezzi dei beni e servizi, ridurre il cuneo fiscale (13%), una moratoria sui finanziamenti/cartelle esattoriali (9%); quasi a pari merito, accelerare l’attuazione del PNNR (7%)e ridurre il cuneo fiscale (8%).
IL COMMENTO
Cristina Giussani – Presidente Confesercenti Veneto:
“”E’ chiaro che oggi, sulla spinta degli aumenti energetici, non è più possibile contenere i prezzi. L’indagine dimostra come la crisi in atto non consente più alle aziende di assorbire gli aumenti delle bollette che ormai sono insostenibili anche per imprese non energivore. Per la distribuzione alimentare, per i bar e i ristoranti, per gli alberghi, i costi energetici sono aumentati vertiginosamente e il caro carburanti colpisce duramente tutta la filiera del trasporto. Negli ultimi mesi, le imprese hanno ridotto al minimo i loro guadagni nel tentativo di non scaricare sui consumatori i maggiori costi e, ancora oggi, la tendenza è quella di ricorrere a misure straordinarie riducendo l’attività per contenere le spese, ma la ricaduta sui prezzi è ormai inevitabile.
Si rischia effettivamente di deprimere ancora di piu’ i consumi, e di far sprofondare famiglie e imprese in un clima di sfiducia da cui sarebbe difficile risalire. E’ necessario pertanto intervenire urgentemente se si vuole proteggere il potere d’acquisto delle famiglie ed evitare un tracollo dei consumi. Gli effetti della congiuntura internazionale, di un’inflazione fuori controllo, dall’impennata dei costi dell’energia e della recessione che si profila all’orizzonte rischia di dare il colpo di grazia a numerosi settori dell’economia nazionale. Questo scenario deve essere scongiurato in ogni modo possibile”.
in allegato i grafici di riferimento