Il Presidente Nettis: “Meno di 3.000 ‘irregolarità’ su oltre 4 milioni e mezzo di comunicazioni. Ma questo non riguarda la formazione dei prezzi. La nostra categoria è ingiustamente colpevolizzata”
“Finalmente i colpevoli del rincaro di benzina e gasolio sono stati individuati: sono i benzinai che non hanno comunicato i prezzi o non hanno variato i cartelli sugli impianti”: è amara l’ironia di Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti Torino, nell’apprendere che, per ora, l’unico intervento in una vicenda che rischia di mettere in ginocchio l’economia italiana è stato quello di spedire la Guardia di Finanza sugli impianti, dove si sarebbero riscontrate ben 2.809 “irregolarità”. E allora è il caso di precisare che tali “irregolarità” sono del tutto formali e non influiscono sulla formazione dei prezzi. Insomma: anche se questo tipo di irregolarità fossero azzerate, benzina a gasolio non diminuirebbero di un centesimo; d’altra parte, si sono sempre verificate anche quando il prezzo dei carburanti era ben più basso.
Vediamo qual è il meccanismo. Ogni benzinaio ha due obblighi relativamente ai prezzi. A ogni variazione deve comunicare il nuovo prezzo all’Osservatorio dei prezzi del ministero dello Sviluppo Economico e indicarlo sui cartelli posti sull’impianto. Va precisato che ognuna di queste variazioni è decisa e comunicata al gestore dalla compagnia; quindi il benzinaio si limita ad adottarla e a darne, appunto, comunicazione all’Osservatorio e alla clientela (tramite il cartello sull’impianto). Se la comunicazione viene omessa o ritardata, in caso di controllo scatta la sanzione; ugualmente è sanzionabile l’assenza del cartello di indicazione della differenza di prezzo fra “servito” e “fai da te”.
Mediamente avvengono due variazioni di prezzo alla settimana, che comportano per ogni impianto quattro comunicazioni (all’Osservatorio e alla clientela attraverso il cartello prezzi), pari a 208 comunicazioni all’anno; in Italia gli impianti sono circa 22.000: quindi, avvengono mediamente in un anno oltre 4 milioni e mezzo di comunicazioni. In Piemonte gli impianti sono 1738 per un totale di oltre 360.000 comunicazioni. È quasi inevitabile che – data questa miriade di incombenze – qualcosa sfugga ai benzinai.
“Ovviamente – dice Nettis – gli obblighi per noi ci sono e dobbiamo rispettarli. Ed è giusto individuare e sanzionare chi non li rispetta. Ma che cosa c’entra questo con la determinazione dei prezzi, decisi esclusivamente dalla compagnia? Tanto più che – è bene ribadirlo – il nostro margine (circa 3,5 centesimi lordi al litro) è fisso e non varia al variare del prezzo. Insomma: noi siamo gli unici commercianti che non stabiliscono il prezzo della merce che vendono. Ma qualcuno – a cominciare da qualche rappresentante del governo – fa finta di non ricordarsene. Come temevamo, il capro espiatorio è stato individuato e additato al pubblico disprezzo. Purtroppo, questo non salverà famiglie e imprese da un nuovo salasso“.