Il Presidente Broggi: “I gestori delle pompe di rifornimento subiscono e applicano il prezzo consigliato dalle compagnie petrolifere, non lo stabiliscono in nessun modo”
Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Ambiente l’aumento dei prezzi del carburante alla pompa è stato in linea con il rialzo dovuto al ripristino delle accise, rientrate in vigore dal 1° gennaio; eppure i gestori – che sono l’anello più debole della filiera dei carburanti – rischiano adesso di venire additati dall’opinione pubblica come pericolosi speculatori. Il provvedimento varato scarica sui gestori delle responsabilità che questi non hanno assolutamente.
“I gestori delle pompe di rifornimento subiscono e applicano il prezzo consigliato dalle compagnie petrolifere, non lo stabiliscono in nessun modo – spiega Alessandro Broggi, Vice Presidente della Federazione Autonoma Italiana Benzinai (Faib) e Presidente Provinciale Faib Confesercenti Parma. Il margine che rimane è decisamente irrisorio, attestandosi, in media, intorno agli 0,3 centesimi al litro”. Palazzo Chigi, al momento, ha scelto di risolvere il problema dei costi non tagliando la componente fiscale, che è tra le più alte d’Europa, ma varando un provvedimento che rischia di trasformarsi in un incubo burocratico per i gestori.
La richiesta del Governo è che all’interno delle stazioni di servizio venga esposto, oltre al cartello che indica il prezzo “servito”, il “self service” e il differenziale, anche un cartello che riporti il prezzo medio di mercato, rischiando di creare un vero caos cartellonistico, che potrebbe portare ulteriore confusione nei consumatori e malcontento tra i gestori. La comparazione tra prezzi medi e prezzi praticati, inoltre, rischia di spingere il costo dei carburanti ad uniformarsi verso l’alto, con un danno alla concorrenza e ai vantaggi per i consumatori.
“L’aumento del carburante scontenta tutti – continua Alessandro Broggi – non ultimi i benzinai che si ritrovano a lavorare peggio e meno. Come Associazione Nazionale abbiamo fortemente chiesto la convocazione di un tavolo di crisi, che ad oggi non ci è stato ancora concesso. In attesa di poter avere presto un indispensabile incontro tra tutte le parti, stiamo valutando la possibilità di una mobilitazione nazionale della categoria che spinga a fare maggiore chiarezza su responsabilità e prezzi”.