Fiepet Confesercenti Torino: ristoratori in rivolta per il video dell’imprenditore vinicolo

Fiepet vini

Il Presidente Griffa: “Nei miei tre locali mai più le sue etichette”. Tanti i messaggi indignati giunti alla Confesercenti

“Nei miei tre locali toglierò immediatamente dalla carta dei vini i prodotti della casa vinicola Montalbera“: così Fulvio Griffa, presidente di Fiepet-Confesercenti Torino, l’associazione di pubblici esercizi, annuncia la sua decisione, dopo il video dell’imprenditore Franco Morando diffuso sui social, nel quale si esprimono pesanti giudizi sulla città, sui suoi locali e sui suoi imprenditori.

Quella di Griffa è una delle tantissime reazioni che stanno giungendo alla Confesercenti da parte dei gestori di bar e ristoranti, indignati per le parole in libertà del signor Morando. Ecco qualche esempio dei messagi ricevuti.

“Mai più comprerò il suo vino e chiederò ai miei colleghi di fare altrettanto. Una persona così non merita nessun tipo di considerazione, tanto più di essere ospitato nel mio locale”. “Il nome del mio locale non avrà mai più nulla a che fare con la sua etichetta. Spiegherò a tutti i miei clienti il motivo facendo vedere e ascoltare il video”. “Noi lavoriamo tutti i giorni per rendere Torino accogliente. E l’enogastronomia è il nostro biglietto da visita. Nessuno può permettersi di descrivere così Torino e noi ristoratori”.
“Offende noi ristoratori, la nostra città e tutti i nostri clienti. Vergogna!!!”.

“Il mondo della ristorazione è in rivolta – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – e come associazione riteniamo opportuno dare voce alla categoria. Una categoria che con fatica esce da anni difficili e che con sacrificio sta riportando la città alla sua vivacità e alla sua vocazione naturale, quella enogastronomica. Non possiamo accettare questa denigrazione verso professionisti preparati, attenti e appassionati, capaci di promuovere il buon nome di Torino, sia a livello nazionale che internazionale. Certe esternazioni vanno condannate duramente e rispedite al mittente. Le scuse non bastano, l’offesa personale e professionale inferta ai ristoratori lascia una profonda amarezza e una ferita insanabile”.

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