L’Italia è al secondo posto in Europa quanto a imposte su benzina e gasolio
Secondo calcoli della Confesercenti l’Italia è al secondo posto in Europa quanto a imposte su benzina e gasolio
Rispetto al valore medio europeo, il prelievo sulla benzina è superiore del 17% (+ 15 centesimi al litro) e quello sul gasolio del 28% (+ 20 centesimi al litro).
Questo significa che sulle famiglie e sulle imprese italiane pesano 3,1 miliardi di tasse in più rispetto alla media europea.
Va inoltre ricordato che dal 2002 al 2013 le accise e l’iva su benzina e gasolio hanno determinato un prelievo di ben 176 miliardi di euro. Questo enorme carico fiscale ha prodotto due risultati fortemente negativi, prosegue la nota Confesercenti: un calo dei consumi che toccherà il 21% nel 2013 ed un saldo negativo degli impianti di ben mille unità.
Come se il presente non fosse già troppo pesante, ora si programmano anche aumenti per il futuro. In particolare:
a) Il Dl 69/2013 (il decreto del Fare), ha disposto per l’anno 2014 l’aumento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina e sul gasolio usato come carburante. L’entità dell’aumento resta incerta (ne è demandata l’attuazione a un provvedimento dell’Agenzia delle dogane, da adottare entro il 31 dicembre 2013), anche se il maggior gettito che dovrà essere assicurato (75 milioni) è già stabilito e non è certo irrilevante;
b) l’art. 15 del Dl 102/2013 (il decreto IMU), nel disegnare la copertura dell’abolizione della prima rata Imu, ha fatto riferimento ai proventi attesi da due misure (la definizione agevolata del contenzioso interessante i concessionari del settore giochi e l’Iva rinveniente dalla pagamento dei debiti arretrati della P.A.) prevedendo, altresì, una specifica clausola di salvaguardia: “Qualora emerga un andamento che non consenta il raggiungimento degli obiettivi di maggior gettito attesi, il Ministro dell’economia e delle finanze, con proprio decreto, da emanare entro il mese di novembre 2013, stabilisce l’aumento della misura degli acconti ai fini dell’IRES e dell’IRAP, e l’aumento delle accise , in misura tale da assicurare il conseguimento dei predetti obiettivi anche ai fini della eventuale compensazione delle minori entrate che si dovessero generare nel 2014 per effetto dell’aumento degli acconti per l’anno 2013”;
c) il comma 422 del maxiemendamento alla legge di stabilità per il 2014, approvato ieri, prevede che “con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, da adottare entro il 31 dicembre 2016, è disposto, per il periodo dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2018, l’aumento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina e sulla benzina con piombo, nonché dell’aliquota dell’accisa sul gasolio usato come carburante, ….. in misura tale da determinare maggiori entrate nette non inferiori a 220 milioni di euro per l’anno 2017 e a 199 milioni di euro per l’anno 2018. Il provvedimento è efficace dalla data di pubblicazione sul sito internet dell’Agenzia.”
Accise e consumi sui carburanti. Studio Confesercenti: “Ad un aumento del 54% del prelievo è corrisposto un calo consumi del 21%”
Uno studio Confesercenti sugli aumenti delle accise sui carburanti ed in generale del prelievo fiscale dimostra che, ormai, ad un aumento della tassazione corrisponde un netto calo dei consumi.
Con un prelievo fiscale cresciuto del 54% in questi anni di crisi la flessione dei consumi ha toccato il 21%. La spesa delle famiglie è cresciuta del 50% e dal 2002 al 2013 il prelievo fiscale è aumentato di ben 176 miliardi di euro.
Lo studio Confesercenti ricorda l’uso delle accise in questi anni: da risorse utilizzate per le emergenze a gettito indirizzato a concorrere all’equilibrio dei conti pubblici.
In Europa questa escalation inarrestabile di accise ed Iva ha portato l’Italia a collocarsi al secondo posto per accise, al primo posto per prezzo alla pompa sulla benzina – 11,5% oltre la media europea – al secondo posto per carico fiscale complessivo, ovvero il 17% oltre la media europea. Ma non è diverso l’andamento del carico fiscale sul gasolio.
Per tali motivi la Confesercenti ritiene del tutto negativo un ulteriore intervento impositivo sui carburanti che aggraverebbe lo stato dell’economia senza vantaggi sul piano del gettito che sconterebbe una ulteriore riduzione dei consumi.
Leggi lo studio integrale –> Prodotti petroliferi – fine del bancomat fiscale CONF 22 11 2013