Confesercenti Lombardia scrive a Beduschi Alessandro Assessore all’agricoltura, Cappellari Alessandra Consigliere Segretario relatore del progetto di legge numero 25, Guidesi Guido Assessore allo sviluppo economico, Mazzali Barbara Assessore turismo moda e marketing e a Ventura Marcello Maria Presidente commissione attività produttive del Consiglio Comunale.
Di seguito il testo.
Oggetto: agriturismo lombardi, soppressione del limite di pasti giornalieri per tutte le giornate festive, somministrabilità del pesce marino e “condono” sugli immobili convertiti in agrituristici benché non impiegati per attività agricola
Gentili signore ed egregi signori,
con la presente siamo a formalizzare il nostro profondo disappunto e allarme per le disposizioni di cui all’articolo 6 del progetto di legge regionale numero 25 (“legge di revisione normativa ordinamentale 2023”), che nella versione che sarà sottoposta a brevissimo al voto della plenaria del Consiglio Regionale modificano la disciplina delle attività agrituristiche lombarde di cui al titolo X della legge regionale 31/2008, prevedendo, tra le altre cose:
- L’estensione a tutte le giornate festive della deroga al limite giornaliero di 160 pasti somministrabili, attualmente non operante quando tali festività ricadano in giorni della settimana diversi da venerdì, sabato o domenica.
- la soppressione del divieto di somministrazione di prodotti ittici di provenienza marina, attualmente vigente salvo che nel caso di somministrazione di alimenti a bambini che frequentano agri-nidi e agri-asilo presso le fattorie sociali.
- La salvaguardia della destinazione ad attività agrituristica eventualmente riconosciuta – prima dell’approvazione del progetto di legge in questione – ai fabbricati nella disponibilità dell’azienda agricola non in precedenza impiegati per finalità agricole, benché tale riconoscimento sia avvenuto in contrasto con le disposizioni di cui oggi si propone la riformulazione a titolo di mera “esplicitazione” della disciplina già vigente (come apertamente si ammette nella relazione di accompagnamento).
Come noto, l’esercizio dell’attività agrituristica è regolato ispirandosi anzitutto al “principio di connessione e complementarietà” con l’attività agricola, che deve rimanere principale sia nell’interesse della tutela del settore agricolo, sia – per quanto più riguarda la scrivente Organizzazione – nell’interesse delle imprese del settore della somministrazione e della ricettività, che operano nello stesso mercato di riferimento senza tuttavia godere delle numerose e importanti agevolazioni previste per le imprese agricole, in ragione di quella che dovrebbe essere appunto la loro prevalente attività agricola (tra cui, oltre alle ingenti sovvenzioni della Politica Agricola Comunitari e della Regione, anche l’esonero dal rilascio di scontrini/ricevute fiscali e il calcolo del reddito fiscale in base alla tassazione fondiaria).
Ci è altresì doveroso ricordare che la disciplina degli agriturismo è stata oggetto di numerosissime modifiche negli ultimi anni da parte di Regione Lombardia, che – come invero più volte denunciato da Confesercenti – ha costantemente ridotto i limiti in precedenza fissati per garantire il richiamato principio di connessione e complementarietà, stabilendo, tra le altre cose:
- L’incremento del numero massimo di pernottamenti giornalieri da 60 a 100;
- La preparazione e somministrazione al di fuori delle strutture aziendali e nei giorni di apertura non previsti dal certificato di connessione fino a 20 giornate all’anno;
- Il recupero annuale, anziché settimanale, dei pasti non somministrati;
- Il superamento del limite giornaliero dei 160 pasti massimi somministrabili nei giorni di venerdì, sabato e domenica.
Richiamiamo da ultimo la mancanza di riscontri – quantomeno da parte della nostra Organizzazione che pure li ha più volti sollecitati – sull’effettività ed efficacia dei controlli sul rispetto della normativa vigente per il settore agrituristico. Il venir meno del limite massimo giornaliero di pasti in un crescente numero di casi, il recupero su base annuale dei pasti non somministrati e – in prospettiva – il limite del 3% annuo entro cui potrebbero essere prodotti ittici di origine marina, non possono che essere verificati con sistemi di controllo puntuali e costanti. Controlli soltanto episodici non sono adeguati né tantomeno dissuasivi, posto che ogni sopralluogo potrà sempre essere giustificato richiamando il generale rispetto degli inverificati e inverificabili limiti annui.
Tutto ciò premesso, confidiamo che – anche ma non soltanto – nell’interesse del settore ricettivo, dei pubblici esercizi e dell’attrattività stessa di Regione Lombardia, in virtù dei vostri rilevanti incarichi vorrete risolutivamente intervenire al fine di garantire che queste norme vengano prontamente espunte dal progetto di legge regionale numero 25 ed eventualmente ridiscusse in un provvedimento ad hoc sul settore. Auspichiamo peraltro che – tra gli altri aspetti – possa essere affrontata anche l’eventuale necessità di redigere un elenco di pietanze tipiche lombarde che ammettano l’impiego di prodotti marini che purtuttavia riterremmo più opportunamente proposti nei ristoranti lombardi, confidando che le aziende agricole della nostra Regione vogliano per converso concentrarsi sulla valorizzazione dei LORO prodotti.
Ringraziando per l’attenzione, resto in attesa di vostro sollecito riscontro porgendo distinti saluti.