“E’ in uno scenario di profondi cambiamenti dell’economia mondiale e del modo di produrre – ha sottolineato Cristiano Antonelli docente di Politica economica dell’Università di Torino intervenuto al Meeting Confesercenti Perugia – che va inserita la crisi economica del 2007.
Si è trattato di sostanziale miopia ritenere che fosse una crisi di carattere finanziario, causata esclusivamente dagli eccessi, dagli errori e dall’ingordigia della finanza”.
“Ritengo, invece – ha proseguito – che ogni crisi economica contenga in sé manifestazioni finanziarie, ma la crisi del 2007 ha reso solo evidenti i processi reali di profondo cambiamento iniziati negli anni Ottanta negli Stati Uniti e innescati dalle nuove tecnologie che hanno impattato sul sistema economico americano. In quel periodo, infatti, è avvenuto il declino della leadership americana fondata sulla sua economia manifatturiera ed il vantaggio economico americano si è progressivamente eroso”. “Gli Stati uniti hanno reagito, però, brillantemente a questa crisi – ha continuato il professore – ed hanno dato il via ad un nuovo sistema economico basato sull’ICT e le biotecnologie, compiendo un salto economico radicale dopo un periodo di transizione in cui sono passati dall’economia manifatturiera all’economia della conoscenza”.
“Questa transizione si sta realizzando anche in Europa: quando il cambiamento si innesca e prende forza – ha concluso Antonelli – è naturale che ci sia una contrazione del Pil, lo stock di capitale fisso tangibile scenda e non ci siano investimenti. L’Italia è tra i Paesi che hanno intercettato per ultimi questo cambiamento. Coì come la Germania ha voluto salvare il settore manifatturiero, mentre l’Inghilterra rappresenta il faro finanziario in Europa. In questo scenario il nostro Paese, in una fase di profondi e radicali cambiamenti in cui la base produttiva manifatturiera si è via via erosa e non potrà più tornare ai livelli pre crisi, dovrà investire nella filiera del lusso e del cibo per recuperare competitività e tornare a crescere”.