Il Presidente Moranduzzo: “Normative penalizzanti e costi insostenibili, la politica sostenga la categoria. I mercati non sono solo palcoscenici da selfie elettorali”
Nei giorni scorsi, la Camera di Commercio di Trento, ha presentato i dati del Registro Impese al 31 dicembre 2022. L’evoluzione del commercio ambulante negli ultimi 12 anni (2010-2022) ha visto un tracollo delle imprese ambulanti passate da 728 a 489 (-30%). Mercati di servizio e mercati saltuari (più i secondi), hanno visto una diminuzione del numero di titolari di concessione, con la restituzione delle stesse ai Comuni.
Una razionalizzazione, dovuta soprattutto ai costi a carico delle imprese, senza dimenticare la necessità della regolarità contributiva, che ha portato le imprese marginali ad abbandonare il settore (diversi sono diventati hobbisti, no Durc, no registratore di cassa, no contabilità). Eppure oggi, abbiamo mercati sicuramente più professionali, “centri commerciali temporanei a cielo aperto” dove la ricerca di prodotti e di proposta degli stessi si è fatta ancora più interessante. La ricerca e la partecipazione ai mercati, da parte della clientela, ci conferma che questo modo di distribuire e proporre merci è ancora estremamente valido. La conferma ci viene dal numero di “Calendari Fiere & Mercati” distribuiti e dalle visualizzazioni sulle nostre pagine elettroniche.
I mercati ci sono, funzionano, attraggono, fanno di vie e piazze luoghi di incontro, né abbiamo avuto la conferma vedendo le presenze nelle fiere e nei mercati di primavera. Ancora una volta dobbiamo fare i conti con una legislazione miope. Era il 2010 quando si diede applicazione a una direttiva (con il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59) che disponeva l’applicazione “di una procedura di selezione tra potenziali candidati per via della scarsità delle risorse naturali o di capacità tecniche utilizzabili”. Anva, la nostra associazione, da tempo va dicendo che i mercati hanno poco a che fare con una norma che pone veti considerando “scarsità di risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili”.
Il rammarico è che i ragionamenti politici sono riusciti solo a rendere difficile la vita delle imprese e delle famiglie ad esse collegate. Dodici anni di incertezze hanno fortemente limitato investimenti e spirito imprenditoriale di un settore che per la politica risulta comodo solo come luogo d’ incontro nelle varie tornate elettorali. Il luogo per eccellenza dove farsi vedere è il mercato!
Quello che oggi questa categoria merita è costruire un futuro imprenditoriale destinato ai giovani, perché il futuro è loro. L’appello è che la politica sostenga la categoria dei commercianti ambulanti, non solo usando i mercati come palcoscenico da selfie popolari.