I soggetti che operano al di fuori della legalità mettono a rischio chi lavora onestamente. E pure la salute dei cittadini
“Un segnale importante soprattutto a tutela di tutti i lavoratori”. Questo il commento di ANVA-Confesercenti Modena, oltre che di FISMO-Confesercenti Modena a seguito dell’operazione della Guardia di Finanza messa a segno nei giorni scorsi e che ha portato al sequestro di 17muila prodotti irregolari e illegali tra abiti, giocattoli, articoli di bigiotteria etc. “Di fronte ad abusivismo e contraffazione la guardia va mantenuta alta. Per questo ci sentiamo di dire che questo genere di intervento va nella direzione giusta”, sottolinea le Associazioni.
Il commercio dei “falsi”, non conosce né crisi, né tensioni e, anzi, continua a fiorire. L’Italia – secondo un rapporto OCSE – è il terzo Paese più colpito da questa piaga che provoca la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro ed un mancato gettito fiscale per svariati miliardi. Nel 2016 il commercio mondiale di prodotti contraffatti e piratati aveva raggiunto 509 miliardi di dollari,: ill 3,3% degli scambi. A causa della contraffazione – indica il sempre il rapporto – l’Italia ha perso oltre 85mila mila posti di lavoro, pari al 2,1% degli occupati a tempo pieno nei settori danneggiati dai “falsi”. Nel solo 2016 il mancato gettito fiscale dal settore retail e ingrosso è stato di 4,3 miliardi di euro. Complessivamente, per le casse statali il commercio di merci contraffatte e piratate ha causato minori entrate per 10,3 miliardi di euro, l’equivalente del 3,2% di tutte le tasse derivanti da valore aggiunto, reddito di persone fisiche o società e da contributi sociali.
È un fenomeno in crescendo quello della contraffazione e dell’abusivismo commerciale. Sospinto dalla crisi dei consumi sta alimentando in particolare nel settore del commercio, non solo la concorrenza sleale, fattore di per sé gravissimo, ma un vero e proprio cannibalismo tra imprese. Dove a rimetterci e ad essere penalizzati sono i piccoli imprenditori onesti, e i consumatori in termini di sicurezza. “Da anni siamo impegnati in prima linea nel contrasto al fenomeno – fa sapere FISMO-Confesercenti Modena – che danneggia chi rispetta le regole, i clienti delle imprese regolari che operano nella legalità e sottrae un’enormità di denaro allo Stato.” L’abusivismo ha iniziato a proliferare accanto al commercio tradizionale, presentandosi in modi e forme sempre diversi e complessi. Un fenomeno purtroppo presente sul territorio: “Parliamo – continua l’Associazione – di coloro che, privi di requisiti professionali, esercitano attività di tipo commerciale o artigianale, producendo reddito, ma evadendo completamente il Fisco. Forme di concorrenza sleale a tutti gli effetti, a danno delle imprese del commercio e dei servizi, e che traggono in inganno i consumatori”.
E quello dei venditori ambulanti – ma non solo loro come emerso dall’operazione della GdF – è uno dei comparti maggiormente colpiti da abusivismo e contraffazione, sia a livello nazionale, regionale e locale. In Emilia Romagna Anva-Confesercenti, l’associazione più rappresentativa del settore, ha stimato un giro d’affari di 180 milioni di euro annui: tanto è il “fatturato” delle attività abusive nel solo commercio su aree pubbliche a livello regionale. L’esercito di venditori irregolari rischia perciò di mettere in ginocchio il commercio ambulante: si tratta di migliaia di soggetti fuori dalle regole in parte gestiti e sfruttati dalla criminalità che erodono in misura continua e crescente il fatturato delle imprese degli ambulante regolari.
“Prodotti come quelli sequestrati dalla Fiamme Gialle – aggiunge e conclude ANVA-Confesercenti – privi della documentazione di conformità, oltre alla pericolosità, generano un tipo di concorrenza sleale volta a danneggiare il tessuto imprenditoriale locale e sottraendo in questo modo all’economia sana ingenti quantità di risorse. Oltre a ciò c’è anche un problema di tutela della sicurezza e della salute dei consumatori minacciata dalla messa in commercio di questo genere di prodotti. Con conseguenze, per la stragrande maggioranza delle imprese e degli imprenditori che si sforzano di vivere e lavorare nel rispetto delle regole, facilmente immaginabili sia in termini di rischio di chiusura che di perdita di posti di lavoro. “Abbiamo in questi anni sollecitato le Amministrazioni locali a costituirsi a baluardo della difesa della legalità e della trasparenza del settore commercio, servizi e artigianato. E’ necessario mettere in campo ogni mezzo per espellere dal mercato quei soggetti che operano al di fuori della legalità. Chiediamo pertanto alle autorità preposte di intensificare i controlli e gli interventi in modo almeno da ridurre le dimensioni del fenomeno che ha assunto modalità tali da danneggiare pesantemente chi opera in modo regolare.”