Mancanza di personale, costi delle bollette e delle forniture pesano sui bilanci delle imprese turistiche
Dopo due difficilissimi anni dovuti alle conseguenze della pandemia, la stagione estiva ha registrato una ripresa, soprattutto del flusso turistico sia italiano ed ancor più quello straniero, ma ben al di sotto delle aspettative
E’ quanto emerso dall’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze commissionata da Assohotel Confesercenti Emilia Romagna sulla percezione degli operatori del ricettivo sull’andamento della stagione estiva 2022. Dati positivi su arrivi e presenza sia in Appennino che in Città e alle Terme, ma non si raggiungono i numeri del 2019.
A pesare sulle imprese sono stati soprattutto il costo delle forniture e dell’energia, ma anche la mancanza di personale ha messo in difficolta grande parte del comparto. Non hanno inoltre giovato all’aumento dei flussi turistici il prezzo della benzina, la ripresa dei contagi, il caos degli aeroporti e l’aumento dell’inflazione che, insieme alla situazione di incertezza generale, hanno contribuito a frenare la ripartenza del settore turistico.
I costi di gestione e la mancanza di personale, inoltre, hanno contribuito ad anticipare la chiusura di molte attività stagionali e in numerosi casi, hanno costretto le imprese a ridurre i servizi, quali ad esempio il servizio della ristorazione e a riformulare le proprie offerte.
Gabriella Gibertini, Presidente di Assohotel Confesercenti Modena sottolinea questi problemi: “Certo, la stagione estiva è andata complessivamente bene, ma i margini che ci aspettavamo per poterci riprendere dagli ultimi due anni sono rimasti al di sotto delle attese. L’aumento delle materie prime e delle bollette, con il metano in particolare in certi casi aumentato anche di otto volte, ha pesato in maniera significativa sulla redditività. Il fattore costo dell’energia mette quindi a rischio anche la stagione invernale in particolare sul nostro Appennino, tenuto conto dell’alto consumo di energia elettrica sostenuto dagli impianti di risalita al quale si aggiunge, se la stagione non fosse propizia, anche un ulteriore aggravio di costi per l’innevamento artificiale.
Senza interventi immediati a sostegno delle imprese molte strutture ricettive rischiano di chiudere: luce e gas sono beni primari per le attività turistiche, quanto cibo, vestiti e casa per il singolo individuo; per questo occorrono aiuti immediati per abbattere il costo delle bollette. Serviranno poi incentivi consistenti per quanti scelgono di riconvertirsi ad impianti non energivori, semplificandone le procedure burocratiche anche nei centri storici e nelle aree protette. La filiera del turismo è uno dei motori principali della nostra economia, la sua crisi rischia di diventare uno tsunami per l’intero paese.”