Il Presidente Ciaschini: “Mercato squilibrato, stiamo favorendo le non-imprese: necessarie regole certe”
Fra il 2011 e il 2022 in Piemonte è sparito il 37,7% degli alberghi a una stella e il 29,3% di quelli a due stelle; e sebbene in modo non così drammatico, anche i 3 stelle sono in calo: -6,7%. In termini di posti letto, la situazione è ancora più preoccupante: nel comparto a una stella si registra una diminuzione del 42,6%, in quello a due stelle del 33,7% e in quello a tre stelle del 7,8%. In dieci anni gli alberghi a una e a due stelle sono passati da quasi 550 a circa 400. Nel frattempo si è assistito a un boom degli affitti turistici brevi, un fenomeno impetuoso e non regolamentato che sta mettendo in ginocchio proprio alberghi e pensioni a gestione famigliare, che un tempo rappresentavano un punto di forza del sistema ricettivo piemontese ma che ora faticano a restare in piedi.
Sono questi i numeri di Assohotel-Confesercenti Torino, l’associazione di categoria degli albergatori, che lancia l’allarme sulle sempre crescenti difficoltà di un settore che – ripresosi lentamente dalla pandemia – deve tuttavia fare i conti con gli affitti brevi.
“La concorrenza selvaggia degli affitti brevi – dice Dimitri Ciaschini, presidente di Assohotel-Confesercenti – non è l’unica causa dei problemi di questa tipologia di alberghi: contano anche il prelevo fiscale sempre più pesante, la necessità di assicurare lo standard delle dotazioni e dei servizi quotidiani previsti dalle normative regionali e quella di presidiare le principali piattaforme online che chiedono commissioni elevate. Tuttavia, è la concorrenza degli affitti brevi la causa principale delle loro difficoltà: non dimentichiamo che gli appartamenti affittati ai turisti hanno costi di gestione del tutto marginali rispetto a quelli delle imprese ricettive e sono privi di obblighi sul livello minimo dei servizi. Per Torino in particolare, questi dati dimostrano che solo una parte dei numeri in crescita fatti registrare dal turismo in questi ultimi anni è stata intercettata dal sistema alberghiero, mentre un’altra parte significativa è finita nel canale degli affitti brevi. Stiamo favorendo le non-imprese a tutto svantaggio delle attività imprenditoriali, che sono soggette a imposte più onerose e sostengono costi maggiori per essere in regola con la normativa sulla sicurezza. Il governo ha recentemente presentato una proposta di legge per regolamentare le locazioni brevi: auspichiamo – conclude Ciaschini – che essa possa essere in grado di eliminare ogni incertezza normativa e ogni forma di concorrenza sleale“.