Assohotel Roma, presente all’incontro di ieri in Campidoglio con l’Assessore Scozzese sul problema delle cartelle pazze per la richiesta del mancato pagamento della tassa di soggiorno 2020/2021 fa sapere che
Il comune ha provveduto, nel quadro di una cosiddetta dichiarata lotta all’evasione, ad inviare alla quasi totalità delle attività ricettive un avviso di pagamento esecutivo per infedele dichiarazione della tassa di soggiorno.
Tali rilevazioni e richieste di pagamento sono risultate fatte con confronti su dati non omogenei e quindi inconfrontabili e senza informare preventivamente e chiedere eventuali chiarimenti o integrazioni documentali alle aziende, in totale spregio al diritto di difesa del contribuente.
Il presidente di Assohotel Roma e vice pres. nazionale Francesco Gatti : “Quindi una “originale” lotta all’evasione che colpisce in maniera incondizionata ed impropria chi correttamente denuncia le presenze degli ospiti sia alla pubblica sicurezza che al comune e dimentica completamente i 10.000 abusivi, rilevati proprio dal comune, che oltre ad essere evasori totali creano concorrenza sleale e distorsione del mercato”.
Nell’incontro avuto con il vicesindaco e assessore al Bilancio abbiamo potuto costatare con mano il disinteresse verso le aziende, verso i reali tassati che sono i clienti e verso le necessità di un mercato sempre più competitivo in un clima antimprenditoriale di assoluto disprezzo verso chi crea lavoro producendo oltre il 15% del Pil.
Svelando l’unica vera motivazione dell’applicazione, riscossione e controllo di una tassa anticommerciale e vessatoria utile solo a fare cassa.
Va ricordato che la tassa di soggiorno applicata a Roma e’ stata aumentata il mese scorso del 25% aumentando il primato della più cara d’Europa e assimilando il prezzo della camera d’hotel a quello del prezzo della benzina che come sappiamo è più carica di tasse che del costo / prodotto, sempre utile per essere caricata di nuove imposte.
Allo stesso incontro ben rappresentata la burocrazia amministrativa, che ben lungi dell’essere al servizio del cittadino e del contribuente, ignora l’anomalia che vede un intero settore colpito dallo stesso provvedimento e pur riconoscendo alcune legittime rimostranze si guarda bene dal considerare una sospensione ed una revisione del provvedimento pur di riaffermare il proprio operato .
Senza una sospensione e le giuste verifiche si produrranno, come già denunciato dall’ordine dei commercialisti, fino a 16.000 ricorsi che naturalmente causeranno enormi costi per le aziende e per il comune che si troverà a bruciare risorse, purtroppo, sempre di nostri soldi nel tentativo di non delegittimare l’operato dell’amministrazione.
Purtroppo facile dare risposta a chi chiede come mai nel dopo pandemia centinaia di hotel hanno deciso di non riaprire.