Ci risiamo. Ancora una volta un funzionario della Commissione Europea (per di più inglese!) si esprime negativamente – o per lo meno con forti perplessità – sui possibili contenuti della legge di riforma sulle concessioni demaniali. E’ quanto affermano in una nota i principali Sindacati del settore S.I.B./Confcommercio, FIBA/Confesercenti e OASI/Confartigianato.
E sì che il Direttore Generale, signora Lowri Evans, dovrebbe conoscere gli effetti causati dal sempre maggior distacco di chi governa l’Europa seguendo le rigidità della burocrazia, senza tener conto di realtà di vita che affondano le radici nelle diversità economiche e sociali delle varie Nazioni e fanno dell’Europa un soggetto sempre più lontano, quando non avversario, delle esigenze dei popoli.
Nel caso specifico, peraltro, questo altissimo burocrate europeo sembra tenere in poca considerazione sia i contenuti della recente sentenza della Corte di Giustizia europea in materia di legittimo affidamento, sia una precedente della stessa Corte, dove, in un caso analogo al nostro, ha sancito l’obbligo di riconoscere un eventuale indennizzo, pari al valore di mercato dell’impresa. Anche se, qui e là, si avvertono delle prese di coscienza e aperture che vanno ulteriormente approfondite.
E’ quindi auspicabile che nessuno si faccia intimorire o condizionare da questo primo approccio nel quale, peraltro, la realtà italiana è stata ben rappresentata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Sandro Gozi.
I Sindacati di categoria ritengono necessario che il Parlamento licenzi quanto prima la delega al governo così che si possa lavorare – presto e bene – alla legge di riforma. I presupposti ci sono e, a meno di clamorose inversioni di marcia, ci sono anche le volontà e le condizioni politiche per raggiungere l’obiettivo.
Lo abbiamo detto in tutte le occasioni: si faccia una riforma condivisa da Parlamento, Governo, Regioni, Comuni e imprese per renderne più forti i contenuti e determinata la volontà di difenderla e di far rispettare, anche in Europa, una grande peculiarità italiana, così da rafforzare e non destabilizzare il turismo balneare del nostro Paese.
Roma, 28 luglio 2016