Anche entrate tributarie in aumento, nel 2016 crescono dell’1,18%, a quota 438 miliardi
“Il debito pubblico italiano chiude il 2016 a quota 2.217,7 miliardi di euro, in aumento di 45 miliardi rispetto ai 2.172,7 miliardi del 2015 (132,3% del Pil). Il dato è di 38,2 miliardi inferiore al picco record di 2.255,9 miliardi toccato a luglio e di 13,2 miliardi più basso rispetto ai 2.230,9 miliardi segnati alla fine di novembre”.
Lo riporta la Banca d’Italia che spiega: “l’aumento del debito nel 2016 ha riflesso il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (42,5 miliardi) e l’incremento di 7,4 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (collocatesi a fine anno a 43,1 miliardi). Di contro, l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio ha contenuto il debito per 4,9 miliardi”.
“Con riferimento alla ripartizione per sotto-settori – prosegue – il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 48,6 miliardi, a 2.128,4, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 3,6 miliardi, a 89,1. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile”.
“Quanto alla vita residua – conclude – 515,312 miliardi ne hanno fino a un anno, 699,796 miliardi tra 1 e 5 anni e 1.002,567 miliardi oltre 5 anni. La vita media residua del debito è pari a 7,3 anni. Le entrate tributarie – dice ancora la Banca d’Italia – sono risultate pari a 438,577 miliardi di euro nel 2016, in crescita di 5,147 miliardi rispetto ai 433,430 miliardi del 2015 (+1,18%). Nel solo mese di dicembre le entrate contabilizzate sono risultate pari a 70,17 miliardi, in diminuzione del 14,1% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente quando risultarono pari a 80,091 miliardi”.