Anche in Italia si vedono i primi segnali di ripresa. Ma per agganciarla occorre migliorare le condizioni per le imprese nel nostro Paese, schiacciate da oneri fiscali e burocratici. In un intervento al meeting di Rimini, il direttore generale di Banca d’Italia Salvatore Rossi convalida l’ipotesi di una possibile uscita dalla crisi: “i primi segnali di una lenta ripresa economica, o almeno di un arresto della caduta – ha spiegato – ci sono e trovano conferma in diversi indicatori”. Rossi invita però alla prudenza: “i danni della crisi – ha detto – sono stati da noi maggiori che in altri paesi, anche per questo la ripresa è piu faticosa”. Questa, ha continuato, “può essere sostenuta dalle imprese con il riavvio dei piani di investimento. Ma per rendere duraturo il ritorno all’investimento è necessario migliorare le condizioni del `fare impresa´ in Italia, da tempo difficili per il gravame fiscale, per l’oscurità delle norme, per gli ostacoli burocratici”. Anche le banche, ha osservato ancora Rossi, “potranno concorrere a una ripresa sana degli investimenti, muovendo da una base patrimoniale solida, concedendo credito con prudenza e sagacia”.
Per Rossi nel breve periodo “il rapido completamento dei lavori pubblici già in corso può sostenere la domanda aggregata”. Da considerare attentamente, invece, ulteriori interventi in questa direzione: “le grandi opere pubbliche ex novo – ha sottolineato – hanno tempi di realizzazione lunghi e un’alta intensità di capitale: vanno valutate in un’ottica di lungo periodo, avendo in mente obiettivi di produttività, di orientamento delle scelte di localizzazione delle imprese sul territorio, di benessere”. Di importanza ‘cruciale’, infatti, è la qualità degli investimenti pubblici: “costi a consuntivo e tempi di realizzazione sono spesso in Italia superiori a quelli di analoghe opere realizzate all’estero”. Per il direttore generale di Bankitalia, “la spesa pubblica per investimenti in Italia non è stata inferiore a quella sostenuta nel resto d’Europa, se non negli ultimi anni, ma è stata utilizzata meno efficientemente. Il problema non è tanto che si spenda poco, ma che si spende male, spesso a causa di norme e prassi amministrative difettose”. E «come finanziare questi investimenti è un problema non da poco, dati i vincoli di bilancio. La crisi globale”, ha rilevato Rossi, “ha ridotto drasticamente i finanziamenti a lungo termine in tutta Europa, problema sul quale si è aperto un ampio dibattito nelle sedi istituzionali. Le infrastrutture, soprattutto se realizzate in partnership da soggetti pubblici e privati, sono particolarmente colpite. La Commissione europea studia e propone modalità e strumenti finanziari innovativi. In Italia”, ha concluso Rossi, “le partnership pubblico-privato sono poche e piccole, vanno incentivate riformando la normativa”.