Il “Quotidiano.net” così ha sintetizzato gli avvenimenti, come tutta la stampa e le tv nazionali:
“Bari, 10 maggio 2016 – La festa patronale dedicata a San Nicola, sul lungomare di Bari, è stata rovinata dagli scontri tra forze di polizia e venditori ambulanti abusivi. Un agente di polizia ed un vigile urbano sono rimasti feriti. Si tratta dell’ennesimo episodio in una giornata carica di tensioni a causa dei sequestri di generi alimentari e di varie attrezzature compiuti dalle forze di polizia nei confronti dei venditori abusivi. Gli ambulanti, nonostante i ripetuti divieti, hanno continuato ad accendere le fornaci per arrostire la carne e a vendere prodotti alimentari. Quando gli agenti sono intervenuti sono iniziati gli scontri. Alcuni ambulanti sono stati portati in Questura e la loro posizione è al vaglio degli investigatori.” (uno di essi è stato fermato)
Sulla Gazzetta del Mezzogiorno di Mercoledì 11 maggio, su questo episodio, viene pubblicata una netta presa di posizione di Benny Campobasso, Presidente della Confesercenti Metropolitana di Terra di Bari.
CAMPOBASSO (CONFESERCENTI)
“MOLTI NON SI SONO MESSI IN REGOLA PERCHE SI SENTONO IMPUNIBILI”
“Basta con questa illegalità diffusa. Basta con questa arroganza a difesa dell’indifendibile. Basta insulti, sputi, minacce verso chi lavora difendendo lo Stato e l’ordine pubblico. Basta con questa gestualità volgare, con queste pance esibite con orgoglio “perché la sera mi faccio una cassa di birra”, basta con queste donne ancora più aggressive dei loro mariti” tuona il presidente di Confesercenti Area Metropolitana di Bari, Benny Campobasso a margine della guerriglia degli abusivi sul lungomare. Campobasso spiega oltretutto che “questi signori” hanno avuto la possibilità di mettersi in regola frequentando gratuitamente corsi abilitanti che le associazioni di categoria offrivano su richiesta del Comune. Alcuni hanno scelto di farlo, altri no perché si sentono i padroni impuniti e impunibili del loro territorio e non hanno bisogno di altri titoli. Urlano che hanno famiglia e poi rischiamo di sterminare le famiglie altrui venendo cibi e prodotti di incerta provenienza conservati in maniera sbagliata e senza alcuna precauzione igienica. Sono un rischio per i consumatori e una minaccia per i loro colleghi che, invece, le regole le rispettano.
Basta con questa cultura levantina dell’illegalità e dell’evasione – aggiunge il presidente di Confesercenti – del chi è più furbo e frega il prossimo. L’altro ieri siamo rimasti tutti schifati da quelle immagini piene di arroganza, volgarità e violenza. Approfittiamo di quanto accaduto per scrivere una nuova pagina di questa città. In questo momento le Istituzioni non devono abbassare la guardia ma essere ancora più forti e invasive, occorrono controlli a tappeto, serrati e quotidiani. Solo con l’insistenza e la determinazione si può cambiare.
I messaggi delle Istituzioni devono essere forti e inequivocabili, quelli dell’altro giorno non solo li approvo ma hanno il mio plauso più sincero. E, infine, basta con la comunicazione di una volgare baresità esibita a suon di frutti di mare crudi, cozze succhiate, birre Peroni, focacce addentate e sciarpe biancorosse che fanno sempre da sfondo e da cornice anche nei momenti di più aspro confronto. Intere campagne elettorali si sono fondate sugli aspetti più beceri di un folklore che tale non è, e nel quale, la maggior parte della città, non si identifica. Bari è molto più di questo. Davvero, basta”.