Il vicedirettore generale Panetta: dare credito alle aziende per ripartire
“Sulla base dei soli effetti finora osservati sul cambio e sui tassi di mercato” delle misure introdotte dalla Bce si stima che “per l’Italia lo stimolo alla crescita del prodotto nel triennio 2014-16 possa essere cumulativamente nell’ordine di mezzo punto percentuale”. Ad affermarlo è Fabio Panetta, vice direttore generale di Bankitalia, in occasioen di un convegno della banche popolari.
“Nel breve termine, l’incertezza circa le modalità con cui sarà condotto il comprehensive assessment potrebbe rafforzare la cautela delle banche, comprimendo l’offerta del credito, ma l’evidenza dimostra che sta producendo gli effetti desiderati”, aggiunge spiegando che molte banche Ue hanno rafforzato i loro bilanci.
“Le banche che sapranno farsi trovare in migliori condizioni, ben capitalizzate – ha continuato – potranno trarne benefici in termini di accesso ai finanziamenti esterni, di crescita e di redditività, con vantaggi all’economia nazionale”.
E proprio il nodo del credito, secondo Panetta, è centrale per la ripresa: ci sono infatti le condizioni per una crescita dell’economia nei prossimi trimestri. Ma perché sia duratura occorre che le imprese ricevano adeguato credito. . “Pur in un quadro di incertezza – ha detto Panetta – sussistono le condizioni per un graduale miglioramento dell’attività economica nei prossimi trimestri, con un contributo crescente della domanda interna, anche grazie all’orientamento politiche economiche”.
“Le misure di stimolo sia della domanda sia dell’offerta – ha detto Panetta – se chiaramente percepite dagli operatori come parte di un quadro riformatore organico e coerente possono sostenere l’attività economica già nel breve termine e dare forza al più ampio progetto di modernizzazione dell’economia italiana”. Tuttavia, ha rilevato il vicedirettore, “non vi potrà essere una ripresa duratura in assenza di un adeguato sostegno finanziario alle imprese: la ripresa del credito è condizione indispensabile
per trasformare i deboli segnali di miglioramento congiunturale in una robusta espansione degli investimenti e delle attività produttive”.