Bce: criteri per concessione credito più restrittivi

La Bce lascia i tassi fermi al 4,50%

La Banca centrale europea si attende che l’inflazione si mantenga su livelli superiori a quelli desiderabili. Il turismo dovrebbe favorire l’economia nel terzo trimestre


“L’ultima indagine sul credito bancario nell’area dell’euro indica che i criteri per la concessione del credito sono divenuti più restrittivi per tutte le categorie di prestiti nel secondo trimestre dell’anno, in relazione ai maggiori timori delle banche circa i rischi cui è esposta la clientela nell’attuale contesto di incertezza”.

Lo evidenzia la Bce nel bollettino economico mensile. “Le banche prevedono di continuare a inasprire i criteri di concessione del credito nel terzo trimestre”, si legge.

Il Consiglio direttivo della Bce “si attende che l’inflazione si mantenga su livelli superiori a quelli desiderabili per qualche tempo”, si legge ancora nel bollettino economico mensile dell’Eurotower. La causa è da individuare nelle “perduranti pressioni provenienti dai prezzi dei beni energetici e alimentari e delle pressioni inflazionistiche lungo la catena di formazione dei prezzi”.

“Maggiori pressioni inflazionistiche derivano altresì dal deprezzamento del tasso di cambio dell’euro. In una prospettiva di più  lungo periodo, tuttavia, in assenza di nuove turbative, i costi dell’energia dovrebbero stabilizzarsi e le strozzature dal lato dell’offerta dovrebbero attenuarsi; ciò, unitamente alla normalizzazione in atto della politica monetaria, dovrebbe contribuire al ritorno dell’inflazione sull’obiettivo fissato dal Consiglio direttivo”.

“L’attività economica nell’area dell’euro sta rallentando e la guerra in Ucraina rappresenta un persistente freno alla crescita. Tuttavia con la riapertura dell’economia e la ripresa dei viaggi, il turismo dovrebbe favorire l’economia nel terzo trimestre di quest’anno”, conclude il Bollettino economico.

Secondo la Bce “il protrarsi della guerra in Ucraina continua a rappresentare una fonte di significativi rischi al ribasso per la crescita, specie se le forniture di energia dalla Russia dovessero condurre a razionamenti per famiglie e imprese”.

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