Riviste al rialzo le stime per l’Europa, nel 2015 Pil +1,5%. Rimangono fermi i tassi, ancora al minimo storico
La Bce scommette sulla ripresa dell’economia europea. In occasione della riunione del direttivo ieri a Cipro, l’Istituto ha confermato gli attuali tassi di interesse, fermi al minimo storico, rivisto al rialzo le stime sulla crescita europea e annunciato la partenza, dal 9 marzo, del piano di acquisto titoli noto come Quantitative Easing. Il Qe – ha precisato il Governatore Mario Draghi – ha una potenza di fuoco di 60 miliardi di euro al mese e verrà protratto fino a settembre 2016, ma si potrebbe andare oltre qualora l’inflazione non si avvicinasse all’obiettivo vicino al +2%. Da parte sua è arrivato l’ennesimo invito alla politica di fare la sua parte: “Per stimolare gli investimenti e creare posti di lavoro bisogna accelerare l’entrata in vigore delle riforme”.
Draghi ha anticipato che la Bce non potrà acquistare titoli che abbiano un rendimento negativo inferiore al -0,2% fissato dalla stessa Banca centrale come tasso dei depositi: un’operazione a somma zero per l’Eurotower. “Si è trattato di una delle precisazioni più attese dal mercato”, commenta a caldo Gabriele Minotti, coordinatore area mercati del Credem. “E’ un obiettivo aggressivo, che ha subito generato la reazione dei mercati obbligazionari, e che dà un’indicazione sul potenziale apprezzamento ancora rimasto alle obbligazioni governative”. Al di là di questo, i dettagli tecnici non aggiungono molto a quanto già noto, ma sono comunque accolti positivamente dal mercato per la loro ‘aggressività’ flessibilità. Le Banche nazionali acquisteranno i titoli del loro Paese di riferimento in base alle quote che detengono della Bce, e i 60 miliardi di cartucce fanno riferimento al valore nozionale. Oltre agli Abs e alle obbligazioni garantite, compreranno sul secondario titoli di Stato ed emissioni di agenzie (soprattutto francesi e tedesche: non ci sono italiane) per l’88% del totale del programma e per il restante 12% di istituzioni sovranazionali riconosciute (dalla Bei all’Efsf). Le scadenze sono comprese tra 2 e 30 anni e i titoli acquistabili sono quelli con rating ‘investment grade’ (anche se c’è un’eccezione per la Grecia). Ci sono limiti agli acquisti: il 25% di una emissione (che può variare per un Paese come la Grecia, con un piano di salvataggio internazionale in via di definizione) e il 33% del debito totale di un emittente.
Le manovre della stessa Bce, insieme al calo del petrolio, “stanno aiutando la crescita”, ha detto Draghi. Per questo gli economisti dell’Eurotower hanno rivisto decisamente in meglio le loro stime sul Pil dell’Eurozona, con un +1,5% per quest’anno, +1,9% per il prossimo e +2,1% per il 2017. A dicembre indicavano un’espansione dell’1% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016. Modificando leggermente la formula di rito, il governatore ha ammonito che “i rischi riguardanti l’outlook economico restano al ribasso, ma sono in diminuzione”. Quanto ai prezzi, la cui stabilità è centrale nel mandato Bce, Draghi pronostica che “saliranno gradualmente alla fine dell’anno”: si prevede una inflazione a zero nel 2015 (a dicembre era 0,7%), a +1,5% nel 2016 (a dicembre era 1,3%) e +1,9% nel 2017. E’ questa, sempre per Minotti, la seconda “rilevante novità di giornata: le previsioni della Bce sono tra le più ottimistiche rispetto alle altre istituzioni”. Per l’esperto, se si “avverassero queste condizioni i Paesi avrebbero respiro per sistemare i conti pubblici: una crescita vicina al 2%, l’anno prossimo, con un’inflazione dell’1,5% porterebbe il Pil nominale a crescere più del 3%, aprendo lo spazio per una riduzione del debito pubblico”. La Bce, ha detto Draghi, potrebbe essere definita “la banca centrale della Grecia” visto che i prestiti ad Atene sono raddoppiati a 100 miliardi di euro in un mese e mezzo raggiungendo il 68% del Pil, massimo nell’Eurozona, ha detto ironico Draghi ricordando che per la Bce c’è un “divieto di finanziamento monetario”, sia diretto che indiretto, cioè quando “le banche portano garanzie alla Bce per comprare titoli di Stato”. Il board ha deciso di alzare comunque il livello di prestiti d’emergenza alle banche elleniche (programma Ela) per far fronte a eventuali crisi di liquidità: lo ha portato a 68,8 miliardi, 500 milioni in più. La Bce, che ha imposto un limite a 15 miliardi per le emissioni di Atene a breve, “è la prima ad auspicare di riprendere il finanziamento all’economia greca a condizione che tutte le condizioni siano rispettate”. Allo stato, visto che il programma di Atene è sotto revisione internazionale, la Bce non può acquistare titoli greci. Anche perché ne ha già in portafoglio una quota superiore al 33% del totale, quindi dovrà aspettare la scadenza prima di aggiungerne altri. Ma è “pronta a ripristinare la deroga” che le consentiva di accettare i titoli di Stato greci come collaterali nonostante il rating ‘spazzatura’. Draghi non ha mancato di mandare un messaggio a Varoufakis e Tsipras, dicendo che “alcune parole” pronunciate dal governo greco “hanno creato volatilità”.
Il direttivo della Bce, riunitosi a Nicosia, ha lasciato, come previsto, invariato anche il ‘refi’, il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, al minimo storico dello 0,05%. Fermo anche il tasso sui depositi che resta negativo a -0,20%. Invariato il tasso marginale allo 0,20%. C’e’ grande attesa per il consueto intervento del presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, previsto per le 14.30. Draghi dovra’ pronunciarsi sui tempi e sulle modalita’ di applicazione del quantitative easing, l’allentamento quantitativo e cioe’ le misure straordinarie, incluso l’acquisto di bond governativi, con cui l’Eurotower e le altre banche centrali nazionali intendono ridare fiato all’economia e rialzare l’inflazione. Prevista anche una revisione al rialzo delle stime di crescita dell’Eurozona.
La Banca centrale ha rivisto al rialzo le sue previsioni sulla crescita economica di Eurolandia. Nel 2015 più 1,5 per cento, nel 2016 più 1,9 per cento e nel 2017 più 2,1 per cento. Precedentemente stimava più 1 per cento quest’anno e più 1,5 per cento nel 2016. “Per stimolare gli investimenti e creare posti di lavoro bisogna accelerare l’entrata in vigore delle riforme e prendere delle misure per migliorare la situazione delle imprese in molti paesi”. Così il presidente della Bce, Mario Draghi, sottolineando la necessità di “riforme strutturali credibile”.