Un decreto sui Buoni Pasto, servizio insostituibile e spesso fondamentale per l’attività di ristorazione, sta per creare nuove ulteriori difficoltà alla categoria dei pubblici esercizi.
E’ in approvazione, infatti, un provvedimento del MISE su questo servizio sostitutivo di mensa che cancellerà la spendibilità del ticket nelle imprese di somministrazione, poiché farà venir meno il legame con la giornata lavorativa.
I bar e i ristoranti, già pesantemente colpiti dalla crisi economica, subiranno un inevitabile contraccolpo da questa incomprensibile determinazione ministeriale e quelli rimasti, se non chiuderanno a breve, saranno costretti a licenziare i dipendenti.
La crisi economica non ha risparmiato nessuno, ma sicuramente a pagarne le conseguenze saranno, soprattutto, le imprese di piccole e medie dimensioni che operano nell’attività di somministrazione di alimenti e bevande.
Se è vero che sono sempre di più gli imprenditori pronti a scommettere in questo settore, è pur vero che solo in pochi riescono a tenere in piedi la propria attività, entro i 5 anni dalla nascita.
Infatti, da una indagine dell’osservatorio di Confesercenti, risulta che 3 imprese su 4 aperte nel 2011 hanno chiuso entro 5 anni ed oltre il 45% entro 3 anni, con gravi ripercussioni occupazionali che hanno portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro.
In tale contesto, ci aspettavamo che il Governo intervenisse per sostenere la categoria, come da noi fortemente e ripetutamente richiesto.
Ma al danno si aggiunge, adesso, la beffa.
Il decreto, in corso di elaborazione, trasformerà di fatto i Buoni Pasto in “Buoni Acquisto”, allontanando sempre più clienti da ristoranti, bar, e tutti gli altri esercizi di somministrazione.
“Il Buono Pasto è nato come servizio sostitutivo di mensa – afferma Esmeralda Giampaoli, Presidente Fiepet nazionale – e così deve rimanere, per non fare chiudere i locali autorizzati alla somministrazione. Non dimentichiamoci, tra l’altro, che tra sconti diversi, tempi di pagamento allungati ed altri costi accessori, la gestione dei buoni Pasto ha complicato enormemente la vita dei pubblici esercizi che aderiscono a tale servizio”.
E’ necessario, invece, che i ristoratori ritornino ad essere protagonisti di questa offerta, offrendo un servizio di qualità a fronte di un ticket che abbia commissioni accettabili, con tempi di pagamento fissi, per evitare aggravi gestionali alla categoria.
La nuova normativa dovrebbe altresì consentire il frazionamento del buono pasto giornaliero, che di fatto già avviene, evitando il sistema dei resti sugli scontrini, favorendo il cliente per un consumo mirato alle proprie necessità.
“In definitiva – conclude il Presidente Fiepet – il Buono Pasto non può essere trasformato in un ticket per la spesa corrente, ma deve continuare ad assolvere alla funzione per la quale è stato ideato. Quello di sostituire un pranzo aziendale nei locali convenzionati e senza dover nulla da dividere con altre agevolazioni già regolamentate con il welfare e ampiamente diffuse sul mercato nazionale”.
Comunicato del 1 febbraio 2017