Martuscello: Nell’era delle fake news e della post-verità, è necessario evitare il farweb e garantire i principi di una informazione veritiera e plurale, su qualsivoglia piattaforma, inclusi i nuovi media
L’AGCOM, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha diffuso le Linee guida per la parità di accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2018.
In sostanza, tenuto conto dei compiti istituzionali che la legge affida all’Autorità in materia di par condicio elettorale, l’AGCOM ha identificato i principi generali che informano la materia e che, in quanto tali, sono applicabili a tutti i mezzi di informazione, comprese le piattaforme digitali.
Già a novembre 2017, nel corso di un convegno sul tema promosso dal Corecom Friuli Venezia Giulia, il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni Antonio Martusciello aveva dichiarato: “Nell’era delle fake news e della post-verità, è necessario evitare il farweb e garantire i principi di una informazione veritiera e plurale, su qualsivoglia piattaforma, inclusi i nuovi media”. E le linee guida dell’Autorità nascono proprio dalla presa d’atto – ed è lo stesso Martuscello a sottolinearlo – “dell’ormai decisivo ruolo delle piattaforme digitali nella formazione del consenso”.
L’AGCOM ha strutturato le linee guida in 6 punti: Parità di accesso, Trasparenza dei messaggi pubblicitari elettorali, Contenuti illeciti e contenuti la cui diffusione è vietata dalla legge (sondaggi), Comunicazione istituzionale, Silenzio elettorale, Raccomandazione sul fact-checking. Si tratta di linee guida, di auspici per una campagna elettorale normata anche su internet e che si inseriscono in un momento storico nel quale Facebook ha lanciato sulle pagine degli utenti italiani la campagna informativa per l’individuazione delle notizie false e Google è impegnato nelle iniziative per la promozione e valorizzazione del fact-checking e per l’uso della propria piattaforma da parte dei soggetti politici impegnati nella campagna elettorale.
Al primo punto, l’Autorità sancisce la necessità di garantire “per tutti i soggetti politici, con imparzialità ed equità e alle medesime condizioni, l’accesso agli strumenti di informazione e comunicazione politica forniti dalle piattaforme digitali (Google e Facebook, in particolare)”. È necessario – continua l’AGCOM – “che i principali soggetti politici siano debitamente informati degli strumenti che tali Società possono mettere a loro disposizione per coadiuvare la comunicazione politica online e che sia dunque rimessa alla valutazione delle singole forze politiche la scelta se aderire o meno a tali modalità”.
Tra le linee guida l’indicazione, quando possibile, della natura di “messaggio elettorale” per le inserzioni pubblicitarie; l’intervento in tempi consoni in caso di diffusione di messaggi che violino la legge come ad esempio i contenuti lesivi dell’immagine di un altro candidato; l’identificazione di procedure che consentano all’Autorità di segnalare contenuti che diffondono sondaggi nei 15 giorni antecedenti il voto; l’estensione del divieto di comunicazione istituzionale agli account istituzionali di social media; il rafforzamento delle iniziative di fact-checking già rappresentate da Google e Facebook.
Le linee guida dell’AGCOM rappresentano quindi un auspicio, una strada che sarebbe opportuno seguire. Lo dimostra chiaramente il punto 5 delle linee guida riguardante il silenzio elettorale nel giorno del voto e in quello precedente: “Sarebbe pertanto auspicabile che anche sulle piattaforme in questi due giorni fosse evitata, da parte dei soggetti politici, ogni forma di propaganda, per evitare di influenzare con pressioni indebite l’elettorato ancora indeciso”.
Ecco, sarebbe auspicabile…