Il Presidente Giberti: “Aumenti energetici, aziende che chiudono e ristori inesistenti. Il nostro è un settore dimenticato. Chiediamo più attenzione per la nostra categoria che sta vivendo un momento davvero difficile”
Da gennaio a dicembre dello scorso anno Faib (Federazione Autonoma Italiana Benzinai) ha stimato per gli impianti di distribuzione carburanti un + 135% di rincari pari a circa 1500 euro in più per ogni attività. Una situazione che sta diventando insostenibile, tra i costi energetici che gravano sempre di più sugli impianti e l’aumento dei costi petroliferi che ha portato ad un forte rialzo i prezzi dei carburanti
“Ci troviamo in una situazione pesante – afferma Franco Giberti, Presidente Provinciale Faib Confesercenti Modena. Aumenti energetici, aziende che chiudono e ristori inesistenti. Il nostro è un settore dimenticato. Chiediamo più attenzione per la nostra categoria che sta vivendo un momento davvero difficile”.
Faib Confesercenti Modena in particolare si riferisce ai costi energetici che gravano sugli impianti: “Oggi un’attività di distribuzione carburanti media con una potenza impegnata di 30 kW e con consumi di 61.500 kWh annui, è passata da una bolletta di gennaio 2021 (mercato di tutele graduali – Servizio Elettrico Nazionale) di € 1.068 ad una bolletta di dicembre 2021 (mercato di tutele graduali) di € 2.511, registrando un +135%”.
A questo si aggiunge l’aumento dei costi dei prodotti petroliferi, che sta infiammando i prezzi dei carburanti. Per la categoria è un ulteriore aggravio finanziario che pesa sull’ acquisto dei prodotti che avviene in esclusiva dai fornitori che fissano i prezzi massimi di vendita.
“Per quanto riguarda i prezzi di vendita – aggiunge Giberti – vorrei sottolineare che il costo del carburante, già elevato a causa dell’alta percentuale di Iva e di accise che incidono al 61% sul costo della benzina ed al 59% su quello del gasolio, non è determinato dai gestori, che anzi, subiscono anch’essi gravi perdite dai mancati incassi e dagli alti costi. Tutta questa situazione rischia di portare alla chiusura di almeno il 15% degli impianti con conseguenze sociali non indifferenti. Bisogna pensare che in ogni impianto che chiude non resta a casa solo il gestore ma anche i dipendenti (in media altre 2 persone)”.
“Occorrono interventi urgenti da parte del Governo che assicuri il contenimento dei costi che stanno gravando sulle attività di distribuzione dei carburanti, attraverso sgravi e/o ristori mirati. Infine – conclude Giberti – chiediamo che vengano pensati interventi sia a sostegno delle imprese in difficoltà e sia per riaprire un confronto sul settore che affronti concretamente il problema della ristrutturazione della rete al servizio della mobilità del paese”.