“Sull’orizzonte dei due anni però prevalgono attese peggioramento”
Prezzi della case ancora in calo, ma tra gli operatori c’è meno pessimismo sulle prospettive a breve termine del mercato. Nel terzo trimestre dell’anno – secondo il sondaggio congiunturale della Banca d’Italia sul mercato delle abitazioni – la quota di agenti immobiliari che hanno indicato un calo dei prezzi “rimane largamente predominante”, anche se “sono emerse indicazioni di una riduzione del divario tra prezzi di domanda e di offerta”.
“Il pessimismo degli operatori – sottolinea Via Nazionale – sulle prospettive di breve termine del proprio mercato si è attenuato, nonostante le attese di un nuovo calo dei prezzi”. In un orizzonte di medio termine (due anni), però, “il saldo relativo alle attese di miglioramento e di peggioramento delle tendenze del mercato nazionale è lievemente negativo (era lievemente positivo nella rilevazione precedente) e sono aumentati gli operatori che prevedono condizioni stabili”.
Nel terzo trimestre, spiega Bankitalia, “resta complessivamente stabile il saldo tra le quote di operatori che segnalano un aumento e quelle che riportano una diminuzione dei prezzi di vendita (a -65,3% da -66,4% dell’indagine di luglio)”.
Questo risultato “deriva da componenti eterogenee; nelle aree urbane e in quelle metropolitane il saldo si ridimensiona significativamente a -65,2% e -61,7% (da -70,6% e -70,9%), mentre nelle aree non urbane e non metropolitane aumenta lievemente a -66,3% e -66,7% (da -63,6% e -64,5% di luglio)”. Anche le quote “relative ai giudizi di stabilità dei prezzi si confermano pressoché invariate (al 33,3% da 32,5%) dalla rilevazione precedente”.
Per le compravendite, secondo Palazzo Koch, “la quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione nel terzo trimestre è scesa al 64,4% (68,1% nella precedente indagine)”. Il risultato, “che risente della stagionalità particolarmente accentuata del trimestre estivo, è migliore di quello riscontrato nello stesso periodo del 2013 (59,8%)”.
I giudizi sulle condizioni della domanda hanno mostrato invece “un marginale peggioramento: il saldo tra gli agenti che riportano un aumento e quelli che indicano una diminuzione dei potenziali acquirenti si è leggermente ampliato a -22,7 punti percentuali, da -20,5 del sondaggio precedente”.
Per gli incarichi a vendere, aggiunge Via Nazionale, “il saldo fra le risposte di aumento e di diminuzione delle giacenze di incarichi è rimasto stabile (a 28,4 punti percentuali), mentre quello sui nuovi mandati è lievemente aumentato (a 19,7 punti percentuali, da 18,1 a luglio)”. La causa principale di cessazione dell’incarico “rimane il divario tra prezzi di domanda e di offerta. Sono però scese le quote di operatori che segnalano la percezione di prezzi di acquisto ancora troppo elevati (al 58% dal 62,4%) e di offerte troppo basse (al 52,9% dal 55,1%)”. Ed è tornata a crescere “l’incidenza di agenzie che riconducono la decadenza dell’incarico alla difficoltà di reperire un mutuo (al 37,3% dal 34,2%)”.
Per le vendite, afferma Bankitalia, “il margine medio di sconto sui prezzi rispetto alle richieste iniziali del venditore è rimasto sostanzialmente stabile (16,1%). Anche il tempo medio che intercorre tra l’affidamento del mandato e la vendita dell’immobile si è mantenuto pressochè invariato (9,5 mesi)”.
La quota di acquisti finanziati con un mutuo, secondo l’indagine, “è diminuita al 59,9% dal 62,9% della precedente rilevazione, al pari del rapporto tra prestito e valore dell’immobile (sceso al 59,3%, dal 62,1%), interrompendo in entrambi i casi il graduale aumento in atto da circa un anno”.
Le attese degli agenti immobiliari, spiega Via Nazionale, “sulle tendenze a breve termine del proprio mercato di riferimento segnalano un’attenuazione del pessimismo: il saldo negativo fra indicazioni di miglioramento e di peggioramento nel trimestre in corso è stato di -20,4 punti percentuali, da -26,9 della precedente rilevazione”.
Anche il saldo sulle attese sui nuovi incarichi a vendere “è tornato a salire (a 16), dopo il recente peggioramento nel trimestre estivo (a 4,2), risentendo plausibilmente della stagionalità. Tuttavia ha continuato ad aumentare la quota di operatori che anticipano una diminuzione dei prezzi (al 61,2%, dal 55,8%), mentre si è ridotta l’incidenza di coloro che ne prevedono la stabilità (al 38,4% dal 43,6%)”.
“Il saldo negativo – aggiunge Bankitalia – dei giudizi sulle prospettive a breve termine nel mercato nazionale è rimasto sostanzialmente stabile (-33,7%)”. In un orizzonte di medio termine (due anni), “il saldo tra giudizi favorevoli e sfavorevoli è invece sceso per il secondo trimestre consecutivo, diventando negativo per 3,9 punti percentuali (era positivo per 5,4 nell’indagine precedente). L’incidenza dei giudizi di stabilità è salita al 37,7% (da 34,8%)”.