“Il Rapporto Censis fotografa una realtà ormai consolidata circa la diffusione di strutture ricettive alternative, come bed and breakfast e case destinate ad affitti brevi, soprattutto nelle principali città d’arte.
Si tratta – sottolinea Agostino Ingenito, presidente di AIGO-Confesercenti – di un fenomeno sociale che deriva sia dall’impoverimento del ceto medio, alla ricerca di strade alternative per mantenere lo status pre-crisi, ma anche dallo sfruttamento immobiliare. La sharing economy ed il turismo low cost stanno così invadendo il nostro Paese, senza offrire vere opportunità economiche di rilancio e senza garantire tutele a consumatori ed operatori, ma aprendo agli speculatori”.
“Siamo consapevoli di questo fenomeno – continua Ingenito – in un settore come il nostro che oggi è il primo nel Paese come numero di strutture censite (secondo l’ultimo dato Istat i bed and breakfast in Italia sono 25.000, impiegano circa 40.000 persone e contano circa 8 milioni di pernottamenti con un fatturato annuo di 270 milioni di euro).
Ma la gestione non controllata del fenomeno è dovuta alla mancata chiarezza dell’Unione Europea e del legislatore nazionale: nessun protezionismo corporativo, né tentativo di creare ostacoli in un settore, considerato “piccolo, ma in rapida crescita” che nel 2015 ha generato redditi lordi complessivi pari a 28 miliardi di euro”.
AIGO Confesercenti condivide l’invito di Bruxelles agli Stati dell’Unione di rivedere le proprie normative nazionali a favore delle piattaforme di sharing, a patto che queste rispettino le regole sull’imposizione fiscale, quelle per la tutela dei consumatori e quelle relative alle condizioni di lavoro.
E’ infatti difficile immaginare la tutela del consumatore tanto evocata, quando è possibile inventarsi un b&b del tutto fasullo con qualche click o pubblicizzare strutture ricettive che non garantiscono servizi ed offerte, pure pubblicizzate da portali senza alcun filtro di verifica-qualità.
AIGO-Confesercenti chiede dunque un tavolo nazionale sul fenomeno. L’emendamento del Pd alla legge di bilancio, che mirava ad imporre una cedolare secca per gli affitti brevi, seppur discutibile nella modalità, poi bocciata dal Premier Matteo Renzi, avviava un primo segnale di attenzione al fenomeno, costringendo all’emersione quanti nel settore operano abusivamente.
“Più che inseguire proclami – conclude Ingenito – serve accompagnare un fenomeno che esiste e che sta garantendo economie a molte famiglie italiane. Servono chiarezza ed azioni che sostengano l’ospitalità extralberghiera, nelle realtà territoriali come nei piccoli borghi e nel turismo interno, lavorando ad un modello condiviso, in regola per le maggiori località turistiche italiane”.
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