Confesercenti: “Crisi sottovalutata. Con maxi-aumento IVA previsto dalla clausola di salvaguardia -3 miliardi di consumi già nel 2016”
Risultati ancora negativi per il commercio al dettaglio. Ad agosto le vendite sono calate del 3,1% rispetto allo stesso periodo del 2013. Lo rileva l’Istat, spiegando che a diminuire sono sia le vendite di prodotti alimentari, calate del 3,7%, che quelle non alimentari (-2,5%). Su base mensile, ad agosto l’istituto di statistica registra una “lieve flessione” delle vendite (-0,1%). Anche nella media del trimestre giugno-agosto 2014, l’indice mostra una flessione (-0,6%) rispetto ai tre mesi precedenti.
Nei primi otto mesi del 2014 – continua l’Istat – l’indice grezzo del valore totale delle vendite al dettaglio è calato dell’1,3%, rispetto allo stesso periodo del 2013. La variazione negativa si registra sia per i prodotti alimentari (-1,3%), che per quelli non alimentari(-1,2%). Guardando alla forma distributiva, non vanno bene le imprese della grande distribuzione che registrano una calo delle vendite del 2,7%, ma va anche peggio per i piccoli negozi (-3,4%), dove le vendite alimentari scendono del 5,1% su base annua. Gli unici ad aumentare le vendite sono i discount +0,4%, mentre diminuiscono quelle dei supermercati (-4%) e degli ipermercati (-4,3%), rispetto ad agosto 2013.
CONFESERCENTI: CRISI DELLE VENDITE COLPEVOLMENTE SOTTOVALUTATA
“La crisi delle vendite, che colpisce soprattutto i piccoli negozi, si aggrava e viene colpevolmente sottovalutata. Anzi, rischia ancora di peggiorare: se dovesse scattare il maxi-aumento IVA previsto dalla clausola di salvaguardia i consumi calerebbero, secondo le nostre stime, di altri 3 miliardi nel 2016, circa 100 euro in media in meno a famiglia. Uno scenario devastante che inevitabilmente porterebbe alla chiusura di altre migliaia di imprese, con pesanti conseguenze sul piano occupazionale e sociale”.
Così Confesercenti sui dati delle vendite di agosto diffusi oggi dall’Istat.
“Il calo delle vendite ad agosto, pure se contenuto, è il quarto consecutivo. In particolare, la situazione delle piccole superfici è gravissima: da gennaio 2012 ad oggi le vendite dei piccoli negozi hanno registrato solo due volte un aumento su base mensile. Ma il calo ormai investe tutte le forme distributive, e ci conferma che le difficoltà del mercato interno si aggravano in continuazione : nonostante i primi segnali di politiche di sostegno al reddito messe in campo dal governo le famiglie italiane, già colpite duramente dalla crisi, temono di impoverirsi ancora di più nel prossimo futuro e risparmiano su tutto. Una situazione generata dall’incertezza per il futuro, inevitabilmente acuita appunto dalla prospettiva di un prossimo maxi-aumento fiscale sui consumi”.
“C’è bisogno di un piano di intervento serio e articolato per rilanciare il mercato interno. Un piano che preveda una sostanziale riduzione del carico fiscale che grava su consumi e famiglie e recuperi più risorse dai tagli della spesa pubblica. Soprattutto, è indispensabile evitare i pesanti errori del recente passato, come quello dell’aumento dell’Iva, i cui risultati sono stati deludenti in termini di gettito e dirompenti per la propensione al consumo. Occorre agire sul versante fiscale in modo tale da alleggerire soprattutto il peso esorbitante del prelievo a livello locale dove invece sarebbe opportuno colpire gli sprechi e le spese inutili. La stagnazione sta distruggendo posti di lavoro, imprese e ricchezza ed è fondamentale dare risposte efficaci ed in breve tempo prima che il mercato interno si trasformi in un baratro senza fine”.