Commissione europea: stime Pil Italia al ribasso per l’anno in corso e per il prossimo

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Nelle previsioni economiche d’estate indica un +0,9% per il 2023 e un +0,8% per il 2024

La Commissione europea rivede al ribasso le stime del Pil italiano sia per quest’anno che per l’anno prossimo. Nelle sue previsioni economiche d’estate indica un +0,9% per il 2023 e un +0,8% per il 2024. A maggio, nelle previsioni di primavera, le stime erano rispettivamente 1,2% e 1,1%. Soffre di una stima al ribasso: 0,8% nel 2023 (invece di 1,1%) e 1,3% nel 2024 (in primavera era previsto l’1,6%).

L’inflazione viene rivista in leggero rialzo per quest’anno e confermata per l’anno prossimo: 5,9% nel 2023 e 2,9% nel 2024 (a maggio il dato era 6,1 e 2,9). A livello di eurozona il quadro è simile: 5,6% quest’anno e 2,9% l’anno prossimo (invece di 5,8 e 2,9).

Nel dettaglio sulla situazione economica italiana i tecnici di Bruxelles segnalano in particolare il calo della domanda interna, trascinato dalla graduale eliminazione degli incentivi per l’edilizia, e l’aumento dei prezzi non direttamente equilibrato dall’aumento dei salari.

“Alcuni indicatori congiunturali, tra cui la produzione industriale, che erano in peggioramento da diversi mesi, si sono stabilizzati durante l’estate, suggerendo un marginale rimbalzo nella seconda metà dell’anno”, evidenzia la Commissione europea.

Crescita

“La crescita economica dell’Italia ha iniziato a rallentare lo scorso anno, arrestando la ripresa post-pandemia che aveva portato la crescita al 7% nel 2021 e al 3,7% nel 2022. Dopo una ripresa nel primo trimestre del 2023, il Pil è diminuito dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre, trainato dal calo della domanda interna, in particolare degli investimenti nell’edilizia. A questo sviluppo ha contribuito la graduale eliminazione degli incentivi straordinari e temporanei per le ristrutturazioni edilizie decisi durante la pandemia, che hanno spinto fortemente l’attività edilizia negli ultimi due anni”, si legge nel report.

Investimenti

Secondo la Commissione europea “l’attività di investimento è destinata a contrarsi nella parte restante del 2023 per poi riprendere moderatamente nel 2024, poiché il calo della costruzione di alloggi è compensato dagli aumenti degli investimenti in infrastrutture e attrezzature sostenuti dal Recovery”. Si prevede che le esportazioni nette forniranno un sostegno minore alla crescita nel 2024, dopo un contributo positivo nel 2023.

Spesa

“La spesa dei consumatori è stata frenata dal minore reddito disponibile reale delle famiglie durante l’elevata inflazione dello scorso anno, poiché i risparmi precedentemente accumulati sono diminuiti. Si prevede che un aumento molto graduale dei salari, insieme a condizioni occupazionali ancora favorevoli, sosterranno un modesto incremento dei consumi privati per tutto il 2024, nonostante la prevista scadenza di tutte le misure temporanee di sostegno al reddito. Si prevede che i tassi di partecipazione al lavoro si stabilizzeranno dopo la robusta crescita registrata fino alla metà del 2023”, si legge ancora.

Inflazione

Tornando all’inflazione, “sebbene i prezzi dell’energia siano diminuiti durante i primi mesi del 2023, non si prevede che continuino a esercitare pressioni al ribasso sull’inflazione nel 2024, anche a causa della prevista eliminazione graduale delle misure temporanee adottate per mitigare l’impatto dei prezzi elevati dell’energia. Si prevede che l’aumento dei prezzi medi al consumo si ripercuoterà sul costo del lavoro solo parzialmente e con un notevole ritardo. Ciò è dovuto, da un lato, alla lunga durata degli accordi e delle negoziazioni salariali e, dall’altro, all’indicizzazione dei salari contrattuali a una misura dell’inflazione interna che esclude l’impatto dell’inflazione energetica importata”, evidenziano da Bruxelles.

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