Concessioni autostradali, i gestori: “Ministero dei trasporti non cambia verso, sciopero generale per i primi di marzo”

Il comunicato Congiunto di Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl e Anisa-Confcommercio: “ribaditi antichi vizi, privilegi e rendite degli amici”

Con l’emanazione del nuovo “atto indirizzo” relativo alle concessioni delle aree di servizio autostradali che conferma peggiorandolo quello già firmato dal Ministro Passera nel 2013, il Ministero dei Trasporti e quello dello sviluppo economico per un verso ha perso la grandissima occasione di dimostrare, in nome del prevalente interesse generale, che gli “imprenditori” delle concessioni non si possono servire di un “bene pubblico” come se fosse di loro esclusiva proprietà, e per l’altro ha frustrato le attese di cambiamento delle drammatiche condizioni in cui versa il settore proprio per le politiche adottate dai concessionari, Autostrade per l’Italia in testa.

E’ questo il primo commento -affidato ad una nota congiunta- che emerge dalla riunione degli organismi dirigenti delle tre Federazioni di categoria dei gestori delle aree di servizio autostradali, Faib Confesercenti, Fegica Cisl ed Anisa Confcommercio.

Nessuna modifica dei meccanismi delle gara per l’affidamento delle aree di servizio, finalizzata a contenere i livelli di royalty e abbattere i prezzi di vendita di carburanti e panini e caffè; nessun meccanismo premiante per elevare gli standard di servizio a cui, al contrario, si pensa di rinunciare del tutto introducendo anche in autostrada le “macchinette” pre-pay; nessuna razionalizzazione della rete, a cui ci concessionari si oppongono per conservare qualsiasi fonte di reddito anche se palesemente inefficiente; nessuna introduzione di spinte concorrenziali eliminando l’esclusiva d’area che protegge le rendite di posizione degli “amici”, vecchi e nuovi della ristorazione, cui già si cerca di consegnare pure l’“affare” dei carburanti; nessuna tutela occupazionale e nessun impegno sulla continuità contrattuale delle gestioni.

L’Atto di indirizzo emanato dai ministri Lupi e Guidi consente ad Autostrade per l’Italia e compagni di meglio aggiustarsi i propri interessi di bottega, prodotti da posizioni di privilegio e da ingenti rendite di posizione costituiti sullo sfruttamento privato dei beni e dei servizi che lo Stato presta loro in concessione.

Dopo la “privatizzazione” delle autostrade, in appena 6 anni, dal 2002 al 2008, le royalty pretese e incassate dai concessionari sulle vendite dei carburanti presso le aree di servizio sono aumentate -grazie anche alla compiacenza dei petrolieri- dalle vecchie 25 lire/lt agli ancora attuali 18 eurocent/lt medi: un incremento inaudito quanto ingiustificato di circa il 1400%!

Di fronte ad un tale scempio della “cosa pubblica” -conclude la nota sindacale- le Organizzazioni di categoria dei gestori proclamano lo stato di agitazione e preannunciano uno sciopero generale per il prossimo mese di marzo, le cui date saranno decise nell’Assemblea nazionale convocata a Roma per il giorno 18 febbraio, rendendo inoltre noto che impugneranno sia il recente atto di indirizzo governativo, sia gli atti da esso discendenti.

 

 

 

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