Il Presidente di Confesercenti Mario Landini fa il punto della situazione sui Sostegni
Confesercenti auspica in una rapida ripartenza per uscire dalla pandemia economica. Con il decreto Sostegni-bis sono molti i provvedimenti varati in favore delle imprese, dei professionisti e dell’economia in generale. Ad Arezzo, la manovra annunciata dal sindaco Alessandro Ghinelli si aggiunge alle azioni mirate a far ripartire le attività dopo un anno e mezzo di buio commerciale ed economico.
Per il presidente di Confesercenti Mario Landini “il Sostegni Bis è ben strutturato sotto alcuni aspetti. Abbiamo registrato un passo avanti sul turismo, sulla tutela del lavoro e sul sostegno dei costi delle imprese. A livello nazionale sono stati recepiti molti suggerimenti di Confesercenti e questo ci inorgoglisce. In particolare, apprezziamo l’estensione del credito di imposta per le locazioni, la reintroduzione di quello per le sanificazioni e la creazione di un fondo per il pagamento delle tariffe sui rifiuti, così come le decontribuzioni e le risorse in più riservate al turismo. Al tempo stesso l’associazione di categoria ritiene che per quanto riguarda gli indennizzi non siano sufficienti a ristorare le imprese costrette a rimanere chiuse per molti mesi del 2020 e in questo avvio del 2021. Considerando il lunghissimo periodo di restrizioni riteniamo che si sarebbe potuto far meglio”. Per Confesercenti “100 milioni di euro non bastano a coprire le esigenze di discoteche, palestre, piscine, sale scommesse e delle altre attività che non ripartiranno a breve”. “Non dimentichiamo” dice il presidente Mario Landini “che la pandemia ha già cancellato oltre 40 miliardi di reddito degli autonomi nel solo 2020. Un bilancio peggiorato ulteriormente in questi primi 5 mesi del 2021, trascorsi sotto il segno delle restrizioni”.
Di mezzo c’è quindi il futuro di molte imprese e conseguentemente di molte famiglie. “Serve quindi un piano per la ripartenza rapida” aggiunge il presidente della Confesercenti Arezzo “senza lasciare indietro nessuno. Per il prossimo futuro servirà una strategia utile alla ripresa dei consumi ed il riequilibrio della concorrenza nel commercio. I dati nazionali ci indicano che nel 2020 la pandemia ha bruciato 123 miliardi di spesa; nel dettaglio sono circa 5mila euro a famiglia. Una enormità. A soffrire sono stati tutti i settori. Tra i tanti, ci sono gli alberghi e i pubblici esercizi, bar e ristoranti che hanno visto sparire lo scorso anno oltre 40 miliardi, ma anche il commercio di prossimità. Per fare un esempio, l’analisi ci indica che il comparto moda ha perso nell’anno della pandemia oltre 36 milioni di euro al giorno di vendite, parte delle quali è stata assorbita dall’online, che ha potuto operare anche quando i negozi ‘fisici’ erano chiusi per decreto. Servono dunque misure mirate per correggere le distorsioni concorrenziali tra i canali di vendita e per sostenere il rilancio della spesa delle famiglie”.