La Presidente Raffaella Altamura lancia l’ennesimo grido d’allarme: “Il rischio è che a novembre chiudano in tanti”
Tutto come previsto, purtroppo… Arrivano i primi casi di aziende che, a causa del caro bollette, hanno deciso di abbassare le saracinesche in modo definitivo. Non è un atto di protesta, ma un gesto estremo di chi non ce la fa più. Il caso dei supermercati Deco di Modugno è soltanto l’apice di una situazione ormai insostenibile. Il caro-energia prosciuga la liquidità disponibile delle imprese.
Secondo Confesercenti, con le tariffe attuali, la spesa che le imprese del commercio e del turismo si troveranno a dover sostenere è pari a 15 miliardi di euro nel 2022. Un vero e proprio shock, soprattutto se si considera che – con lo stesso livello di consumi – la bolletta energetica del 2019 per i due comparti ammontava a “soli” 1,7 miliardi di euro. Il drenaggio di risorse dovuto all’aumento dei costi energetici è già riscontrabile nel rallentamento dei nuovi depositi bancari, che sono la misura più evidente della liquidità disponibile.
Nel periodo gennaio-luglio 2022, l’aumento dei depositi delle imprese si è fermato a +1,7%, rispetto al +6,8% dell’anno precedente. E a soffrire non sono solo le imprese: anche per le famiglie l’incremento dei depositi nello stesso periodo si è fermato a +1,2%, meno della metà del +2,5% segnato tra gennaio e luglio 2021. Le disponibilità “extra” accumulate dai consumatori durante il covid – che avevano contribuito alla ripresa dei consumi dello scorso anno – si stanno dunque erodendo. La riduzione di potere d’acquisto si tradurrà in una brusca frenata dei consumi rispetto agli andamenti della prima parte dell’anno. Secondo le stime di Confesercenti, con gli attuali livelli di inflazione la spesa delle famiglie diminuirebbe di 2,5 miliardi già nel prossimo trimestre invernale. A fine 2023, continuerebbero a mancare 28,6 miliardi rispetto ai livelli di spesa pre-pandemia. Saremmo tornati, di fatto, ai consumi del 2016: un passo indietro di sette anni.
Raffaella Altamura, presidente di Confesercenti Bari, esprime tutta la sua preoccupazione: «Con il decreto “Aiuti ter” – spiega Raffaella Altamura- sono state accolte molte proposte della Confesercenti, ma non basterà. Stiamo verificando quotidianamente come, in molti Comuni, i commercianti stiano valutando iniziative, singole o collettive, per limitare i costi energetici.
Ad esempio- prosegue la presidente di Confesercenti Bari- si limita l’accensione delle vetrine o dei fari esterni, oppure qualcuno sta pensando di variare gli orari di apertura, in modo da sfruttare maggiormente la luce solare. La domanda è: per quanto tempo potranno resistere? Il fenomeno è così grave- denuncia Raffaella Altamura- che va a colpire pesantemente il potere d’acquisto delle famiglie». E la frase coniata pochi giorni fa, quel “il peggio deve ancora venire”, rischia di diventare una triste realtà, se non addirittura abitudine: «Temiamo fortemente il mese di novembre, quando si rischia la chiusura di tantissime attività commerciali. Purtroppo, non è un grido d’allarme fine a sé stesso- conclude Raffaella Altamura- ma un dato di fatto.
Le imprese non ce la fanno più, e le bollette, per come stanno le cose, continueranno ad aumentare».