Confesercenti Campania boccia la lotteria degli scontrini: “5 miliardi buttati, consumi affatto aumentati”

Il presidente Schiavo: “Non si combatte così l’evasione, meglio sostenere le forze dell’ordine e le imprese. Lo Stato sciupa 208 milioni al mese, i consumi sono comunque scesi del 50%”

Confesercenti Campania boccia l’iniziativa del Governo la “Lotteria degli scontrini”, che ha peraltro trovato scarsi riscontri tra i consumatori. Non ci sono stati aumenti nei consumi, né le attività commerciali hanno ricevuto particolari benefici.
«Tutti gli effetti sperati dal Governo – afferma Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania -, ovvero ridurre la circolazione dei contanti, aumentare i consumi specie nelle attività sotto casa, inibire il ricorso alla lotteria online e soprattutto contrastare l’evasione fiscale, sono stati falliti. Non c’è domanda, le attività commerciali sono in grande crisi, non c’è stata alcuna spinta al consumo, anche perchè oltre alla crisi c’è troppa incertezza sull’apertura e chiusura delle varie attività commerciali delle città dalla Campania.

Uno spreco – continua Schiavo – se si pensa che il Governo spenderà per questa lotteria 5 miliardi di euro in due anni, ovvero 208 milioni al mese per una iniziativa che a nostro parere non ha avuto e non avrà riscontri positivi. Il Governo avrebbe invece potuto spendere questi fondi per altre attività, per sostenere le imprese innanzitutto ma anche per gratificare e ampliare nel numero le forze dell’ordine. La lotta all’evasione non si combatte certo con la lotteria degli scontrini. Coloro che spendono con le carte di credito o con i bancomat sono gli stessi che hanno sempre utilizzato questo metodo e quindi non c’è stata una impennata nell’utilizzo per effetto della “lotteria”. Non è nata, in definitiva, nessuna opportunità in più per le nostre imprese».

L’impulso a spendere di più non è dunque stato registrato da Confesercenti, neanche in concomitanza con il periodo dei saldi, con le aziende campane che invece hanno dovuto sostenere un costo ulteriore. «Per le imprese manca la domanda, il numero di transazioni è molto diminuito in un anno, siamo al 50% in meno degli incassi. Né i saldi- aggiunge e conclude Vincenzo Schiavo – hanno avuto vantaggi: registriamo sin qui, a un mese circa dalla chiusura, il 40% in meno del fatturato. Eppure le tasse, i fitti, i costi delle utenze sono rimasti uguali per le nostre attività commerciali, che si sono dovute sobbarcare anche di una spesa di 250 euro in media per acquistare i “pos” utili a fornire gli scontrini per la lotteria».

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