Misure, soluzioni e nuove norme per accompagnare le due città nel post pandemia
Nel 2021, Confesercenti festeggia il suo Cinquantesimo Compleanno; proprio nell’ambito delle iniziative organizzate per celebrare quest’importante ricorrenza si è svolta mercoledì 3 novembre presso San Jacopo in Campo Corbolini (Via Faenza 23, Firenze) l’iniziativa in collaborazione tra Confesercenti Firenze e Confesercenti Venezia “Firenze e Venezia nel “day after” covid. Quale futuro per le città d’arte?”.
Ha aperto l’iniziativa Claudio Bianchi Presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze; hanno partecipato alla discussione: Santino Cannamela Presidente Confesercenti Città di Firenze che ha introdotto e concluso il dibattito, Simone Venturini Assessore al Turismo e Sviluppo Economico del Comune di Venezia, Cecilia Del Re Assessora al Turismo del Comune di Firenze, Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Federico Gianassi Assessore al Commercio Comune di Firenze, Emiliano Biraku Coordinatore Confesercenti per il centro storico di Venezia, Monica Rocchini Presidente Assohotel Confesercenti Firenze e Marco Verzì Presidente Federagit Confesercenti Firenze. Ha moderato l’evento Marcello Mancini giornalista e scrittore.
Firenze e Venezia sono le due città d’arte che hanno pagato, negli ultimi20 mesi, il più alto tributo economico al Covid 19. Uno degli effetti economici più immediati della crisi associata alla pandemia è stato infatti il blocco dei flussi turistici da cui dipende tanta parte dell’economia della due città. Firenze e Venezia gemelle negli anni d’oro del turismo, sono e devono rimanere unite più che mai in questo momento di difficoltà post lockdown. Scrigni di arte, cultura e mete privilegiate del turismo mondiale, possono tuttavia rappresentare il simbolo della “rinascita” dopo questo momento difficile. E proprio delle misure, soluzioni e nuove norme per accompagnare le due città nel post pandemia si è parlato nel convegno ideato dalle Confesercenti di Firenze e Venezia.
“Quello che presentiamo e intendiamo sottoporre all’attenzione delle istituzioni è un progetto aperto e condivisibile; il risultato di un rapporto strategico tra Firenze e Venezia, due città che durante la pandemia hanno sofferto più di altre e hanno riscontrato numerose fragilità. – ha affermato Santino Cannamela Presidente Confesercenti Città di Firenze – Ringraziamo le amministrazioni comunali di Firenze e Venezia per l’impegno messo in campo che si è concretizzato nella stesura di un Decalogo di proposte per il rilancio delle due città. Occorre, adesso mettere in campo un intervento straordinario, con la destinazione di specifiche risorse, che possano contribuire, in maniera incisiva ed efficace a far ripartire l’economia; soprattutto auspichiamo che non venga sprecata un’occasione e che si provi a fare di Firenze e Venezia un laboratorio attivo per riformulare la complessità delle strategie turistiche. L’obiettivo è un turismo sostenibile e compatibile con la fragilità e complessità dei territori, più consapevole e maturo, capace di integrarsi meglio con le esigenze dei centri storici, come i nostri.”
“Riconoscere la specificità delle nostre città d’arte – ha detto Simone Venturini Assessore al turismo e allo sviluppo economico del Comune di Venezia – significa capire che servono norme dedicate per poter incidere concretamente sulla gestione dei flussi turistici, sul commercio e sulle affittanze turistiche brevi, innalzandone il livello e bilanciando così le esigenze dei visitatori con quelle dei residenti. Intorno a questi temi vige oggi una totale ‘deregulation’ che penalizza i centri storici. Solo attraverso l’introduzione di nuovi strumenti normativi nazionali Venezia, Firenze e tutte le altre città d’arte italiane rimarranno vive, e soprattutto vitali, sotto il profilo lavorativo e sociale, difendendo allo stesso tempo le eccellenze artigiane, economiche ed enogastronomiche che il mondo ci invidia”.
“Un percorso congiunto tra Firenze e Venezia e le rispettive Confesercenti – ha detto l’assessore al Turismo Cecilia Del Re – per portare all’attenzione del governo una serie di questioni che riguardano le città d’arte a vocazione turistica. Agire insieme ci rende più forti per ottenere provvedimenti che ci consentano di gestire al meglio l’impatto del turismo sulle nostre città. Il turismo, se non gestito e accompagnato con le giuste azioni, può generare conseguenze patologiche per la vivibilità, specie dei nostri centri storici. E’ per questo che il sindaco Nardella e il sindaco Brugnaro già prima dell’estate hanno inviato al governo un decalogo di azioni, fatte proprie anche dalle altre città d’arte, e che nei giorni scorsi il sindaco Nardella ha lanciato anche la proposta di una legge di iniziativa popolare per la tutela dei centri storici. Dobbiamo agire su più fronti, dal decentramento degli attrattori culturali, alla rigenerazione urbana, alle infrastrutture di mobilità con tutti gli stakeholders coinvolti. Nel piano di gestione Unesco, inseriremo il tema del tempo della città per quanto riguarda gli orari di apertura dei grandi musei e il mantenimento dell’obbligo di prenotazione, per una gestione più organizzata degli afflussi. Chiediamo poi di rivedere la governance delle città d’arte, oggi di competenza regionale, perché si trovano ad affrontare temi particolari rispetto agli altri comuni e devono poter agire subito per regolamentare determinati fenomeni”.
“E’ il tempo del cambiamento, occorre progettare e pensare il futuro attraverso strategie concrete e condivise. Diventa fondamentale, quando si parla di servizi e si pensa a come migliorarli, considerare in maniera coordinata e unita i flussi di cittadini e i flussi turistici, dato che entrambi ne sono fruitori. – ha affermato Eike Schmidt Direttore delle Gallerie degli Uffizi – Per un reale sviluppo e una crescita concreta, è necessario puntare sulla qualità dell’offerta e sulla professionalità degli operatori del settore turistico. Questo riguarda, anche, i musei che sono attrattori e devono essere consapevoli del loro ruolo.”
“La sacrosanta richiesta dei sindaci di una norma nazionale che dia più poteri ai Comuni per affrontare i temi del commercio nel centro storico si affianca alle tante azioni che, in attesa di un intervento nazionale, abbiamo intrapreso e stiamo intraprendendo” ha detto l’assessore al commercio e attività produttive Federico Gianassi, che ha aggiunto: “Firenze ha sempre dimostrato dinamicità, e continuerà a farlo, nell’affrontare le questioni del territorio. Prima del covid avevamo messo in campo strumenti nuovi come il blocco di nuove attività di somministrazione nel centro storico e il blocco dell’apertura di nuovi minimarket perché si erano diffusi eccessivamente. Sono state misure che conseguentemente hanno aiutato la resistenza e la ripartenza di altre attività come quelle artigianali nel centro storico. Prima del covid avevamo messo in campo anche il regolamento per la tutela e la valorizzazione delle attività storiche, che sono elementi identitari e tradizionali della città. Recentemente, dopo i mesi più difficili della pandemia, stiamo mettendo in campo nuovi strumenti. La decisione dei giorni scorsi di istituire un albo delle attività di eccellenza, quelle che non hanno 50 anni di storia ma sono attività di qualità, che rispettano l’identità, la tradizione e sanno innovare: una volta inserite avranno promozione e sostegno dell’Amministrazione comunale. Oppure ancora il lavoro faticoso e impegnativo di questi mesi sulla riqualificazione del commercio su suolo pubblico, con il termine scaduto nei giorni scorsi presentare la richiesta per i rinnovi delle concessioni. Lavoreremo in questi mesi al nuovo piano del commercio su area pubblica che prevede un nuovo banco architettonico e la vendita di prodotti dell’artigianato locale e nazionale sui banchi del centro storico. Non ci siamo comunque dimenticati della crisi provocata dal covid durante la quale abbiamo introdotto strumenti per aiutare le attività a resistere, come la riduzione delle tasse e la misura straordinaria di sedie e tavolini che si esaurisce al 31 dicembre. Entro questa scadenza ci confronteremo con tutti gli interlocutori: Quartieri, associazioni di categoria, soprintendenza, cittadini e residenti per valorizzare ciò che ha funzionato e limitare gli eccessi e costruire il migliore dei modelli possibile per una città che vive una delicata fase di ripartenza”.
“La crisi e l’accelerazione causate dal Covid hanno fatto avvertire chiaramente la necessità di innovare il sistema-turismo in una direzione di innovazione costante, per abbandonare le derive obsolete, evidenziate proprio dalla crisi pandemica. – ha affermato Emiliano Biraku Coordinatore Confesercenti per il centro storico di Venezia – Sarà inoltre necessario far nascere una generazione di nuove imprese che non necessariamente saranno classificate come turistiche, ma che opereranno per creare valore intorno e per il turismo, muovendosi trasversalmente ai settori, e costruendo filiere di valore”.
“E’ necessaria una regolamentazione precisa dell’offerta turistica in tema di locazioni, che preveda regole chiare, precise e soprattutto uguali per tutti. – ha detto Monica Rocchini Presidente Assohotel Confesercenti Firenze – Oggi ancora di più si rendono necessari interventi che prevedono risorse e provvedimenti dedicati, in particolar modo alle città d’arte, in grado di favorire un piano di investimenti per il settore e una nuova programmazione improntata alla sostenibilità. Come associazione dobbiamo essere in grado di fronteggiare le conseguenze determinate dalla pandemia e fornire agli operatori risposte concrete per guardare al futuro.”
“E’ urgente una legge organica di riordino del settore che disciplini, finalmente, il corretto esercizio delle professioni turistiche in generale e della professione di guida in particolare; ora più che mai questo diventa fondamentale, con l’incertezza e le difficoltà economiche che, ormai da un anno a causa della pandemia, i professionisti del settore stanno affrontando”. – ha affermato Marco Verzì Presidente Federagit Confesercenti Firenze – Una legge quadro che possa consentire un più corretto esercizio della professione e garantirne l’accesso, nel nostro Paese, sulla base di criteri uniformi; evitando, così, che le Regioni attivino esami di abilitazione diversi per titolo di studio, territorialità, metodologia. E’ necessario la norma rimarchi il legame tra guide turistiche e il territorio di effettivo esercizio della professione”.