Il Presidente Cannamela: “L’obbiettivo dovrebbe essere quello di sancire una nuova convivenza tra la città e le attività di somministrazione in grado, se necessario, di ripensare e rimodulare la propria attività di impresa”
Il piano straordinario di occupazioni tavolini, agevolato dalla misura governativa di azzeramento del canone suolo pubblico, ha svolto, negli ultimi 15 mesi, un ruolo di grande importanza, da un punto di vista economico, ma anche sanitario.
Economico perché ha consentito alle oltre 1000 attività che ne hanno usufruito, in area Unesco come nei quartieri della città, “di restare in piedi” soprattutto nella fase del lockdown e delle severe restrizioni all’attività imprenditoriale.
Sanitario perché, come intuibile, è stato uno strumento importante nell’evitare aggregazioni ed assembramenti all’interno della attività, con tutto quello che ne consegue in termini di propagazione del virus.
Chiusa pero la fase più difficile di contrasto al Coronavirus, con la nostra Regione che, (per fortuna) tocca quota 80% di vaccinati prima dose, si può legittimamente cominciare a pensare, come fa il Sindaco Nardella, a gestire la nuova fase di “convivenza intelligente” con il virus.
Anche sul fronte tavolini, pertanto, occorre fare una riflessione, anche la più ampia possibile, uscendo dalla logica emergenziale e provando a progettare una nuova sintesi tra interessi privati e gestione del suolo pubblico.
Accogliamo pertanto l’invito del Sindaco Nardella a rimodulare quanto fatto finora, non solo: potrebbe anche essere l’occasione per mettere mano, dopo alcuni anni, all’intero tema “somministrazione ed occupazione suolo pubblico”.
Piano straordinario tavolini, occupazioni preesistenti alla pandemia (temporanea e dehors), nuove soluzioni tecnologiche e ed estetiche: se Palazzo Vecchio vuole potremo aprire un confronto a 360 gradi da iniziare e concludere nell’arco di pochi mesi.
L’obbiettivo dovrebbe essere quello di sancire una nuova convivenza tra la città e e attività di somministrazione, piegate dal virus, ma ancora in grado, se necessario di ripensare e rimodulare la propria attività di impresa.
Noi ci siamo, insomma, e restiamo a disposizione dell’Amministrazione per eventuali incontri in merito.