Il Presidente di Confesercenti Metropolitana di Firenze Bianchi: “Una notizia positiva che abbiamo accolto con soddisfazione, ma è palese la disparità di trattamento tra grandi e piccole imprese”
“Partono gli hub aziendali per la vaccinazione anti Covid dei lavoratori nelle grandi imprese con il via libera della Regione Toscana. Una notizia positiva che abbiamo accolto con soddisfazione. Tuttavia, i lavoratori dipendenti e i titolari delle piccole imprese, a partire da quelle alimentari che, al pari della grande distribuzione non si sono mai fermati durante tutta la pandemia, – si chiede Claudio Bianchi, Presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze – quando avranno la possibilità di mettersi in sicurezza?”
E’ palese infatti la disparità di trattamento tra grandi e piccole imprese, con quest’ultime impossibilitate ad organizzarsi per più motivi, a partire dalla dimensione aziendale che, di fatto, è un fattore fortemente limitante nella concreta praticabilità di allestire punti vaccinali aziendali idonei.
Garantire anche ai lavoratori delle piccole imprese la possibilità di vaccinarsi, secondo una libera scelta deve rappresentare un obbiettivo primario per tutti.
Occorre tener presente che, stante le caratteristiche delle piccole imprese e soprattutto della loro presenza capillare e diffusa sul territorio regionale, deve essere obiettivo comune (pubblico e privato) garantire una presenza di luoghi di vaccinazione dedicati in ogni provincia.
“Confesercenti, attraverso Assosanità, ha avanzato alla Regione Toscana una proposta – continua Bianchi – per ora inascoltata: sfruttiamo la presenza capillare delle strutture sanitarie private, consentendo ai lavoratori delle PMI di recarsi presso tali strutture. Tali strutture sono infatti per lo più già dotate di personale sanitario abilitato alla vaccinazione (medici, infermieri) nonché delle necessarie attrezzature allestite in luoghi idonei, con dispositivi, presidi, arredi sanitari e farmaci previsti secondo quanto indicato dalla Struttura Commissariale Emergenza Covid-19. “
Vengono formate diverse professioni sanitarie per concorrere al raggiungimento della vaccinazione della popolazione, perché non utilizzare anche le strutture e le professionalità già pronte?
“Riteniamo opportuno – conclude Bianchi – che vengano accreditate alla vaccinazione le strutture sanitarie private che hanno già dato la propria disponibilità alla Regione (si potrebbero raggiungere le 3.000 somministrazioni di vaccino al giorno). Accreditare tali strutture e attivare con esse una forma di convenzionamento può risultare di grande aiuto, così come avvenuto lo scorso anno durante la campagna regionale di screening sierologico.”
Mettiamo insieme tutte le energie a disposizione, pubbliche e private, solo così potremo uscirne velocemente tutti insieme.