L’ordinanza annunciata dal Comune rischia di imporre ai pubblici esercizi
restrizioni non sopportabili
“Finalmente dopo 70 giorni di chiusura e di ricavi zero, è venuto il momento di riaprire le nostre attività e di recuperare nel limite del possibile il terreno perduto.” Così hanno pensato molti operatori all’indomani dei provvedimenti governativi e regionali che autorizzavano la ripartenza delle attività commerciali di pubblico esercizio.
Oggi possiamo dire che, alla luce delle notizie apparse sulla stampa in relazione alla cosiddetta movida, l’Amministrazione comunale di Brescia ha intenzione di imporre pesanti restrizioni su tutto il territorio nella volontà di ridurre gli assembramenti di persone: divieto di asporto di bevande dalle ore 20, in pubblici esercizi e negozi, e accesso limitato ai posti a sedere, con pesanti sanzioni e rischio di chiusura dell’attività.
Il nostro Sindaco è convinto che con questi metodi si possano scoraggiare fenomeni di eccessivi contatti, semplicemente penalizzando quegli operatori che appunto da 70 giorni speravano di poter ripartire con un minimo di sostenibilità.
Ordinanza che, così sembra, resterà in vigore fino al 15 giugno. E poi cosa accadrà? Il Sindaco riterrà di reiterare il provvedimento e le imprese continueranno a subire restrizioni, in quanto con tutta probabilità il problema si ripresenterà allo stesso modo.
È nostra precisa convinzione che le misure adottate ancorché penalizzanti per gli imprenditori non sortiscano risultati apprezzabili perché non è con ordinanze restrittive, che rischiano solamente di spostare il problema in altri luoghi senza risolverlo alla radice, ma con azioni di informazione, sensibilizzazione e supporto attraverso tutte quelle forme di comunicazioni valide in queste circostanze, che si potrà far leva sul senso civico dei cittadini.
Questo non significa che stiamo sottovalutando l’importanza di non creare terreno fertile per la diffusione del corona virus. Siamo convinti che ogni forma di collaborazione necessaria alla tutela e alla salute delle persone debba essere correttamente attuata.
Riteniamo tuttavia che il tempo delle restrizioni che spesso limitano in modo eccessivo l’individuo sia da considerare superato e nell’ottica della convivenza con questa epidemia, il cittadino debba diventare un soggetto proattivo, così come gli imprenditori debbono proseguire nella loro attività essendo forniti di tutte le dotazioni per rispettare i protocolli sanitari.
Esprimiamo pertanto il nostro dissenso nei confronti di questa ordinanza richiamando l’attenzione sul fatto che più volte abbiamo offerto la disponibilità a sederci attorno ad un tavolo per collaborare e individuare le migliori soluzioni, e che fino ad oggi non c’è stata data questa opportunità. Il caso più evidente è proprio di questa recente delibera che ci è stata semplicemente comunicata.