Assoturismo: “Servono sostegni alle imprese in difficoltà e una politica di investimenti sulla formazione professionale per il settore con le necessarie modifiche contrattuali e normative”
Superate le aspettative iniziali di molte imprese, soprattutto dell’Appennino. Il trend positivo, grazie alla domanda italiana e al contributo degli stranieri ha interessato anche la città e la pianura, ma in questo ambito il differenziale stimato rispetto al 2019 è ancora forte. L’aumento delle presenze non ha attenuato le difficoltà gestionali delle imprese: impiego del personale e aumento dei costi tra le principali criticità
La stagione estiva ha portato una boccata d’ossigeno al turismo modenese registrando segnali di ripresa a partire dalla seconda metà del mese di giugno per proseguire nei due mesi successivi, il settore ha bisogno però di una seria programmazione e interventi decisi per ritornare alla normalità perduta. È quanto emerso dall’indagine commissionata da Assoturismo Confesercenti Emilia Romagna al Centro Studi Turistici di Firenze su un campione di imprese ricettive di Modena e provincia.
Le criticità maggiori, si sono registrate nel settore del turismo organizzato, che non è ripartito e con le agenzie di viaggi che soffrono di una crisi pesantissima.
Un altro problema fortemente segnalato dalle imprese riguarda il reperimento del personale dipendente. Sono praticamente mancate tutte le figure professionali nel turismo e diverse aziende hanno dovuto limitare la propria operatività proprio per questo motivo.
“Servono sostegni alle imprese in difficoltà – afferma Assoturismo Confesercenti Modena – e una politica di investimenti sulla formazione professionale per il settore con le necessarie modifiche contrattuali e normative. Così facendo si andrebbero ad aggiornare i vari istituti all’interno del mondo del lavoro. Queste sono le misure ritenute indispensabili per dare prospettive concrete di ripresa a tutto il comparto del turismo”.
Per quanto riguarda l’indagine, molte le cause che hanno contribuito al conseguimento dei risultati. In primo luogo la voglia di viaggiare degli italiani e, al tempo stesso, la difficoltà di pianificare viaggi all’estero per le insicurezze sanitarie. Una discreta spinta al mercato è arrivata anche dall’introduzione del green pass europeo a inizio luglio che ha finalmente aperto la possibilità ai cittadini comunitari di effettuare spostamenti per turismo. Infine, un contributo importante è venuto anche dal posizionamento “competitivo” dell’offerta regionale sui principali mercati turistici e la variegata offerta di “proposte ed eventi”.
Risultati positivi rispetto ai timori di inizio estate, quando non vi erano certezze su come sarebbe andata la stagione e che segnano un incremento rispetto a un 2020. Se si confrontano questi dati, infatti, con l’estate 2019, l’ultima che si può considerare ‘normale’, i numeri raccontano di una stagione al di sotto di quella che si può considerare la normalità, soprattutto in città e pianura.
Con riferimento agli ambiti territoriali, i risultati sono così differenziati:
Città di Modena e pianura: il trimestre ha segnato un +39,8% di aumento dei pernottamenti sul 2020, con un +38% delle presenze italiane e un +45% quelle degli stranieri. Rispetto al 2019 il dato segnerebbe però ancora il -36,6%.
Nei comuni dell’Appennino la stima è di una crescita del 28,3% rispetto al 2020 (+28% di italiani e +39% di stranieri) ma con un differenziale rispetto al 2019 che si attesterebbe al -3,9%.
Ora l’attenzione delle imprese è rivolta al mese di settembre e ben il 55% del campione ha segnalato il proseguimento del trend di crescita della domanda rispetto al 2020.
Per quanto riguarda le proiezioni sull’ultimo periodo dell’anno emerge la forte incertezza degli imprenditori: ben il 50% del campione non ha elementi sufficienti per poter formulare delle ipotesi sui comportamenti della domanda turistica e per un settore che vive di programmazione questa situazione risulta particolarmente difficoltosa.