Sarebbe un’ulteriore iniqua tassa a carico delle famiglie
L’eventuale aumento delle aliquote IVA, agevolata dal 10 al 13% e di quella super agevolata dal 4 al 5%, colpirebbe in modo significativo la spesa delle famiglie padovane ed inciderebbe in termini di aumento dei prezzi nell’ordine di quasi un punto percentuale.
L’analisi dell’Osservatorio Economico della Confesercenti di Padova porta ad una previsione che nel territorio della provincia l’aumento dell’aliquota dal 4 al 5% colpirebbe tutti i prodotti alimentari di prima necessità (latte, burro, formaggi e latticini; Ortofrutta; Farina, riso, pasta, pane, crackers e prodotti da forno; Olio;) Giornali; Case di abitazione non di lusso; Apparecchi ortopedici, protesi dentarie, occhiali da vista; Prestazioni socio-sanitarie ed educative (scuole, asili, ricoveri in istituti di cura, esenti invece le prestazioni mediche); Servizi di mensa collettiva in scuole, ospedali, caserme e distributori automatici di cibi e bevande nei luoghi pubblici; Gas (per i primi 480 mc/anno di consumo). Prodotti e servizi che incidono nei consumi delle famiglia padovane per circa 2miliari di euro annui.
Il costo complessivo dell’aumento dell’1% su questi prodotti porterebbe ad un maggior costo per le famiglie padovane di circa 20 milioni di euro.
L’aumento dell’aliquota agevolata dal 10 al 13% colpisce prodotti come la carne, pesce, Yogurt, latte a lunga conservazione; Uova; Birra e acqua minerale; fornitura di acqua potabile domestica; Elettricità; Medicinali umani e veterinari; Somministrazione di alimenti e bevande (bar, ristoranti); Prestazione di servizi nelle strutture ricettive (alberghi ecc.); Teatri, concerti, circo ecc. Servizi di trasporto pubblico, prodotti e servizi che incidono nei consumi delle famiglie padovane per circa 4,5 miliardi di euro.
L’incremento di 3 punti percentuali all’aliquota agevolata del 10% porterebbe ad un maggior costo per le famiglie padovane per 135 milioni di euro.
Complessivamente, se fossero applicati gli incrementi delle aliquote come indicato dalla commissione europea, avremmo un incremento di costi fiscali di circa 400 euro per ogni famiglia all’anno.
Una stangata che secondo la Confesercenti Padovana si trasformerebbe quasi completamente in contrazione di spesa, anche considerando che le due aliquote interessano molti servizi e generi di largo consumo, colpendo anche le fasce più deboli della popolazione.
La preoccupazione del Presidente Rossi, a nome delle imprese del terziario, è espressa in modo determinato:
“L’aumento dell’Iva danneggerà i consumi e la crescita, per questo riteniamo che sia da evitare assolutamente, la pressione fiscale sui consumi è già molto alta, e la ripresa di cui vediamo segnali contrastanti, sarebbe se non fermata, rallentata in modo pesante. Alzare ancora il livello di imposizione porterà inevitabilmente ad un’accelerazione dell’inflazione, con conseguente perdita del potere d’acquisto delle famiglie e un’ulteriore riduzione dei consumi. Nella nostra provincia l’effetto sarà quello di una contrazione dei consumi che porterà ad una ulteriore chiusura di altre attività commerciali e di servizio che già stanno subendo la concorrenza di grandi strutture, e-commerce e, non ultimo, abusivismo”.