Sbagliato continuare ad autorizzare aperture per merceologie. Autorizziamo all’apertura le attività in base al livello di sicurezza. Occorrono contributi a fondo perduto per i negozianti obbligati ad adottare sistemi di protezione
“Va bene l’iniziativa della Regione Veneto che vuole essere pronta a quando negozi, mercati, bar, ristoranti e gli altri servizi alla persona riapriranno” dichiara il Presidente di Confesercenti Nicola Rossi, “ma è urgente un vero e proprio piano per le riaperture di negozi, mercati, bar, ristoranti e delle altre attività di servizio alla persona”.
“E’ chiaro che le nostre attività, visto il tipo di servizio e le modalità in cui viene prestato, sono attività ad alto rischio e quindi abbisognano di una attenzione del tutto particolare.”
Tra breve si aprirà la così detta fase 2 e si rende necessario trovarci pienamente preparati.
“Ecco perché, continua Rossi, sarà necessaria una programmazione, non tanto in base ai prodotti venduti, quanto al grado di sicurezza prestato dalle singole aziende e dal territorio. Vanno ridefiniti veri e propri piani operativi, adeguati alla nuova situazione e riorganizzare aree e spazi privati e pubblici”.
Non possiamo continuare con provvedimenti comunicati all’ultimo giorno e che mettono in difficoltà gli stessi imprenditori. Abbiamo visto proprio in quest’ultimo periodo la confusione creata con le librerie i negozi di articoli per bambini per non parlare dei mercati e dei fioristi.
I piccoli imprenditori, i commercianti, gli esercenti sono sfiniti da oltre un mese di chiusure obbligatorie, altrettanto stanchi di provvedimenti che si susseguono quotidianamente e che creano aspettative non rispettate o peggio ancora la totale sfiducia nel futuro.”
E’ forte l’allarme lanciato dal Presidente Rossi. “Ormai i commercianti sono allo stremo, quella che fino all’inizio di aprile era considerato un sacrificio obbligatorio, oggi assume le caratteristiche di un obbligo di chiusura delle attività”. “Già il 32% dei commercianti della nostra provincia dichiara che non sarà in grado di riaprire se le chiusure continueranno per un altro mese. Se, oltre alla chiusura, ci troveremo a riaprire impreparati sarà il caos totale”.
Siamo tutti consapevoli che si tratterà di una riapertura lenta e difficile, non possiamo aspettarci che all’improvviso le famiglie riconquistino la fiducia persa in questi due mesi, come non possiamo pensare che all’improvviso i consumatori tornino ad avere la possibilità di spesa. Ma ancora più importante è costruire le condizioni di sicurezza nei consumatori e nelle famiglie. Dobbiamo saperci organizzare per costruire e trasmettere questa sicurezza. Il consumatore deve entrare nei nostri esercizi con tranquillità sapendo che si è provveduto a tutto per garantirlo.
La programmazione nelle riaperture deve quindi partire da oggi individuando i requisiti minimi di cui devono dotarsi gli esercizi che operano direttamente con il pubblico.
Ad esempio:
– sistemi di sanificazione;
– sistemi automatici di ricambio dell’aria;
– attrezzature sanitarie minime;
– possibilità e strumenti per evitare l’ingresso a coloro che non rispettano le regole.
Ma anche la necessità di prevedere sistemi di controllo e riorganizzazione delle aree:
– controllo e la riorganizzazione delle vie, piazze, piastre commerciali : La sicurezza sanitaria non la possiamo garantire solo negli esercizi ma nell’intera area circostante;
– il sistema di consegna a domicilio va ridefinito sotto l’aspetto della sicurezza e controllato anche per le grandi catene dell’ e-commerce;
– vanno definite subito le regole per l’apertura delle sale ristoranti, dei bar e dei plateatici;
– vanno organizzate le aree dei mercati ambulanti.
Se non organizziamo e prepariamo da subito un concreto programma di interventi corriamo il rischio da un lato di trovare i commercianti impreparati e dall’altro di creare ulteriore preoccupazioni e confusioni tra i consumatori.
Le nostre attività non possono trovarsi a dover aprire dall’oggi al domani ma hanno bisogno di riorganizzarsi per tempo.