Il Direttore Bruzzani: “Anche nella nostra provincia chi frequenta bar e mercati assiste a discussioni che suscitano contrapposizioni tra soggetti sociali”
Si sostiene che nel turismo e nei pubblici esercizi si sono alzati i prezzi e questo ha causato il calo degli italiani in vacanza, a differenza degli stranieri. Un dato evidente soprattutto in località balneari. Nel commercio continuano le chiusure dei negozi. Qui le vendite a luglio 2023 rispetto al 2022 sono cresciute in valore e crollate del 4,5% in volume, mentre i saldi non hanno invertito la tendenza. Dopo il lockdown i consumi erano vivaci perché le famiglie avevano risparmiato e l’inflazione era bassa. Il turismo volava. Grande ottimismo sulla crescita del PIL che invece si è rapidamente contratta e infine esaurita.
Sono stati i colpi dell’inflazione che hanno spinto la dinamica dei prezzi e dei costi, causato l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie, la salita dei tassi d’interesse sui mutui, la preoccupante flessione dell’occupazione. Le famiglie hanno meno soldi. Gli stipendi restano molto sotto la media europea. Lo stesso ceto medio basso subisce un arretramento e non riesce a mantenere il proprio tenore di vita. Poi si possono citare casi eclatanti e deprecabili di aumenti dei prezzi che saranno puniti in primo luogo dai consumatori. Guai però a sbagliare analisi sulle vere cause. Sono necessarie consistenti misure a difesa del potere d’acquisto dei lavoratori e delle famiglie (cuneo fiscale, detassare costo del lavoro, aumenti retributivi). Bisogna riportare l’economia sul sentiero della crescita. Nei nostri territori cosa sta avvenendo?
MONTAGNA. Confesercenti segue la discussione in atto con il percorso partecipativo sul collegamento Doganaccia/Corno alle Scale. E’ importante ascoltare e rispettare le opinioni contrapposte. Sarà interessante conoscere l’opinione degli operatori economici del territorio interessato. E’ doveroso, per chi ha la responsabilità istituzionale, decidere per un si o un no. Confesercenti continua a sostenere che la posta in gioco è tra una montagna attrezzata per la crescita dell’Appennino Tosco/Emiliano, di cui il collegamento è parte; oppure una Montagna che non ha la forza progettuale e realizzativa per compiere un salto di qualità dello sviluppo capace d’invertire la tendenza dello spopolamento. Il collegamento non si contrappone, né esclude specifiche progettualità di tutela e valorizzazione ambientale, di natura culturale e sociale.
MONTECATINI è al punto più basso della sua storia. Non si lavora su come è possibile invertire la rotta. Occorre unità delle forze economiche (albergatori e commercianti) e delle rispettive associazioni sulle priorità da proporre al Comune. E’ urgente cambiare l’immagine di Montecatini puntando su bellezza, sicurezza, programma strutturale di eventi per l’intera la città, sia sopra che sotto verga. Devono essere individuate le risorse economiche, ad iniziare dalla tassa di soggiorno, finalizzate alla realizzazione delle priorità. La città e la sua economia devono vivere oggi costruendo un prodotto di qualità per trattenere i turisti, non potendo contare sulle Terme uccise da errori, sprechi, assenza di progettualità e d’investimenti. La ricostruzione di un prodotto termale resta un obiettivo irrinunciabile e possibile se Montecatini si rinnova e si rilancia.
PISTOIA presenta un trend del turismo positivo ed ha la possibilità di diventare a tutti gli effetti una città turistica. La sfida, oggi, è cambiare la motivazione per cui il turista sceglie Pistoia non solo perché città fulcro per visitare altre destinazioni toscane, ma anche perché essa stessa vera e propria località turistica che offre molte attività ed esperienze, dalla visita culturale e artistica all’outdoor nella natura (molto graditi trekking e cicloturismo), fino agli eventi, mantenendo sempre quella genuinità che da sempre la caratterizza. I turisti che oggi scelgono Pistoia per le loro vacanze “toscane”, rimangono meravigliati dal nostro territorio quando lo visitano per la prima volta. Spesso la scelta è caduta su Pistoia soltanto perché vicina alle città che tradizionalmente hanno attrattori turistici come Lucca, Pisa, Firenze, Siena e la Val d’Orcia, ma poi scoprono il suo centro storico e se hanno un po’ di tempo anche la montagna. Anche qui occorre una salto di qualità strategico. La crescita e lo sviluppo di qualità si fa con le politiche del Governo nazionale, regionale e locale, non dimenticando l’Europa, in un mondo radicalmente cambiato.