L’Associazione: “Ci vuole buon senso da parte di tutti per trovare il giusto punto di equilibrio tra il contrasto all’emergenza sanitaria e il supporto a quella economica”
Le ultime indiscrezioni sul “Dpcm Natale” fanno filtrare le disposizioni che il Governo si appresta ad emanare. Tra le varie norme che allenteranno le restrizioni fino ad ora imposte a cittadini e attività commerciali alcune, ovviamente, riguardano il settore della ristorazione.
Purtroppo, come spesso sta accadendo, continuano a rimbalzare notizie contraddittorie che confondono ulteriormente una situazione già complicata non consentendo agli imprenditori di programmare alcunché.
Una delle voci più ricorrenti rimane comunque quella che nell’ambito del nuovo Dpcm si sarà prevista l’apertura di ristoranti, bar, pub e pizzerie fino alle 18:00.
Non permettere alle attività di ristorazione, chiaramente nel rispetto delle norme anti covid, di aprire anche la sera a dicembre, che è uno dei mesi di massimo lavoro, vuol dire affossare definitivamente uno dei settori più importanti e rappresentativi del nostro Paese.
La curva dei contagi è scesa, guarda caso, in concomitanza con la chiusura delle scuole, ma si continua a dare addosso ad un comparto che si è uniformato alle regole dimezzando i coperti, facendo mantenere le distanze ed effettuando investimenti ingenti per ottemperare a tutte le disposizioni previste, subendo al contempo un drastico calo del fatturato.
E pur tuttavia le attività afferenti alla ristorazione continuano ad essere penalizzate con chiusure e limitazioni draconiane quasi fossero considerate il vero “untore” della pandemia senza però alcun elemento univoco a supporto di tale convinzione. Anzi, con molti dati che la confutano.
Dobbiamo dare la priorità alla salute, certo, ma non possiamo per questo radere al suolo il sistema economico e produttivo del Paese, soprattutto quello già fragile e in perpetua crisi del Meridione.
Ci vuole buon senso da parte di tutti per trovare il giusto punto di equilibrio tra il contrasto all’emergenza sanitaria e il supporto a quella economica altrimenti, per fermare la pandemia, l’unica certezza in un periodo di confusione e insicurezza come quello che stiamo vivendo, è che distruggeremo la nostra economia mandando sul lastrico decine di migliaia di piccoli e piccolissimi imprenditori con tutte le conseguenze sociali e occupazionali facilmente immaginabili.