Le previsioni per la Capitale nel 2016: 3.150 chiusure di attività di vicinato con un saldo negativo di circa 1.800 imprese
“Stiamo registrando il tracollo delle vendite nei piccoli esercizi: se continua così la perdita di fatturato per le piccole attività su strada sarà molto forte”. A dichiararlo è Valter Giammaria, Presidente della Confesercenti Provinciale di Roma. “I dati, prosegue Giammaria, purtroppo fanno rilevare una ulteriore battuta d’arresto nelle vendite nei mesi estivi e il rischio che vediamo è che le cose potrebbero mettersi male di qui alla fine dell’anno”. “Se a ciò aggiungiamo, rincara il Presidente di Confesercenti Roma, il peso che grava sulle famiglie e le piccole imprese, dalle spese per bollette, imposte e affitti, si allontanano ulteriormente lo speranza di una reale ripresa”.
Anche il turismo a Roma, in questi mesi estivi, fanno notare da Confesercenti, nonostante abbia tenuto l’affluenza di stranieri, ha fatto registrare un complessivo calo del turismo nostrano. Una contrazione in generale di -5%, anche se si registra la crescita del numero di imprese nei settori della ristorazione: ristoranti e bar stanno di fatto sostituendo i negozi di vicinato. Una tendenza che si sta affermando anche nel nostro territorio dopo la crisi che ha investito anche questo settore negli anni trascorsi. A Roma, secondo Confesercenti, nel corso degli ultimi due anni (2014 – 2015) hanno chiuso circa 6.391 negozi al dettaglio con un saldo negativo di 3.460 imprese. A riaprire sono state attività di operatori su area pubblica e di servizio.
“Le nostre previsioni per il 2016, sottolinea Giammaria, sono negative per gli esercizi di vicinato: stimiamo la chiusura di circa 3.150 attività con un saldo imprenditoriale negativo di oltre 1.800 negozi. Ricordiamo che nei cinque anni trascorsi, dal 2011 al 2015, il saldo negativo è stato di 7.500 negozi.” “Per superare la crisi e la grande incertezza legata al rischio deflazione, incalza Giammaria, occorrono urgenti interventi per sostenere i consumi e difendere il piccolo tessuto imprenditoriale diffuso che anima e illumina la nostra città.”
“La ricetta per salvare la rete distributiva commerciale romana è articolata: non basta una semplice cura antibiotica, occorre un mix di medicinali e ricostituenti: contrasto dell’abusivismo e della contraffazione; alleggerimento fiscale delle tasse e imposte nazionali e locali; favorire il reale accesso al credito per le piccole imprese; contenere il costo degli affitti dei locali commerciali; sostenere i processi di aggregazione e riqualificazione urbana e commerciale, come si sta facendo con il bando regionale sulle reti d’impresa in corso”.