Giammaria: “La Confesercenti chiede incontro al Prefetto e propone di riunire presto il Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica”
Roma è una città in preda dei malviventi o una metropoli sicura? la Confesercenti invita le associazioni di strada e i singoli commercianti a segnalare su [email protected] situazioni di criticità in termini di sicurezza che saranno rappresentate nelle sedi di confronto con le autorità.
“Certamente i dati consuntivi sui reati che le Forze dell’Ordine diffondono – dichiara il Presidente di Confesercenti Roma – e ai quali va il nostro sincero ringraziamento per il lavoro che svolgono quotidianamente, rassicurano, ma la sicurezza non è questione che può essere riassunta con dati statistici”. “Furti, rapine, anche particolarmente violente, intolleranza e atti intimidatori, vendette e anche vere e proprie esecuzioni – prosegue – sono probabilmente la punta di un iceberg ben più radicato e diffuso; sono i fatti in sé, la violenza di alcuni episodi che destano più allarme e dunque preoccupano l’insieme della città e del territorio”.
“Come però sarebbe sbagliato non riconoscere – sottolinea Giammaria – che nel cuore di Roma, nelle aree della movida, come del resto in molte aree del centro storico consolidato, sia in quelle più periferiche, vi sono luoghi, orari e situazione che destano forte preoccupazione; situazioni favorite da un degrado urbano, sociale e culturale, che sommato alla difficoltà di assicurare un costante controllo del territorio, determinano un allarme”. “In questo contesto – fa presente la Confesercenti – anche i nostri negozianti non si sentono sicuri e per questo abbiamo chiesto di segnalarcele e di non rassegnarsi all’idea che intanto non c’è niente da fare”.
Un fiume di droga e possesso di armi, abuso di alcol, intolleranza diffusa, impunità, malavita, criminalità organizzata, usura, scommesse e gioco d’azzardo – fanno osservare – rappresentano un mix, di fatto, letale per qualunque tessuto civile. “Per questo – conclude il Presidente Confesercenti – chiediamo un incontro al Prefetto e proponiamo di tornare a sederci in un Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica e di avviare tavoli di lavoro con focus su temi e territori capaci di analizzare nel dettaglio le criticità che emergono, per promuovere l’ulteriore contrasto dei reati e disinnescare alcune dinamiche sociali che li favoriscono”. “Certo lo Stato ha prima di tutto il dovere di assicurare la repressione dei reati e la certezza della pena applicata nei confronti di chi li commette: l’impunità è il peggiore esempio che possiamo dare”.