Domani sera l’assemblea unitaria di Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa-Confcommercio per illustrare le richieste della categoria
Contratti sempre più precari, una normativa di settore sempre più vecchia, la transizione energetica: per i benzinai sono problemi sempre più pressanti che rischiano di mettere in ginocchio l’intera categoria: a Torino e in Piemonte il numero dei gestori è diminuito di circa il 30% negli ultimi dieci anni.
I benzinai chiedono alle compagnie e al governo un confronto immediato perché le imprese hanno bisogno di certezze per il proprio futuro. Le richieste della categoria verranno illustrate durante l’assemblea unitaria organizzata dalle tre sigle sindacali di settore: Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa-Confcommercio. L’incontro si terrà domani, giovedì 4 aprile, alle 21, nella sede torinese di Confesercenti (corso Principe Eugenio 7f) e coinvolgerà i gestori dell’Italia del Nord, dopo quello di Roma che ha riguardato quelli del Centro; il prossimo si terrà a Bari per i gestori del Sud.
“Si tratta – dice Enzo Nettis, presidente di Faib-Confesercenti Torino – di un appuntamento importante: per la prima volta dopo tanti anni, infatti, le tre associazioni agiscono per costruire una piattaforma unitaria e una linea di azione comune. L’unità della categoria è un elemento che forse è stato un po’ trascurato e che invece è essenziale per ottenere risultati per gli operatori“.
“I nostri problemi – spiega il presidente – riguardano sia l’aspetto contrattuale sia il nuovo contesto della mobilità. Purtroppo, negli ultimi anni è cresciuto il numero dei contratti a breve termine – di fatto irregolari – rispetto al modello classico dei rapporti fra gestore e compagnia: era quello del comodato che aveva una lunga durata e che consentiva alle imprese una sufficiente continuità. Ora le compagnie privilegiano contratti brevi e sempre più precari. Ma noi non vogliamo diventare manovalanza a basso costo per le compagnie. I margini continuano a essere ridicoli: poco più di 3 centesimi al litro. Oltre la metà degli impianti eroga meno di un milione di litri all’anno: è facile fare il conto su ciò che rimane in tasca al benzinaio. In questo contesto, la transizione energetica se non governata può rappresentare un rischio per la sopravvivenza stessa della categoria.
“Si tratta – conclude – di temi che governo e compagnie non possono eludere e che, con la nostra iniziativa, vogliamo mettere sul tavolo: da loro ci attendiamo risposte immediate ed efficaci“.