Il presidente Banchieri: “Una provvidenziale boccata d’ossigeno per i consumi in un 2024 che si concluderà in negativo”
Crisi o non crisi, i piemontesi – quest’anno ancora più del solito – non rinunciano a spendere per i prodotti enogastronomici: certamente in vista del cenone della vigilia e del pranzo di Natale, ma anche come regalo destinato ad amici e parenti. Gastronomi, alimentaristi, macellai e pasticcieri sono le categorie commerciali che stanno riscontrando l’incremento di spesa più vistoso, nell’ordine del 15%. Un dato che – dicono gli operatori – ha ancora margini di incremento, trattandosi di prodotti che si acquistano ancora negli ultimi giorni: gastronomia, prodotti del territorio, vini, panettoni e pandori artigianali. È questo il trend più significativo rilevato da Confesercenti nella consueta indagine sui consumi in vista delle imminenti festività. Più in generale, la spesa media è prevista in leggero aumento: 235 euro rispetto ai 223 del 2023; nel complesso, i piemontesi destineranno circa un miliardo e mezzo delle loro tredicesime ai regali e alle spese legate alle feste.
“È il secondo anno consecutivo – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Piemonte – che si verifica un sia pur limitato aumento nelle previsioni di spesa. Purtroppo, questi numeri rappresentano un’eccezione: non più tardi di qualche giorno fa, l’Istat ha certificato a ottobre un altro calo dei consumi e nei primi dieci mesi del 2024 per gli esercizi di vicinato la diminuzione è stata del -1,3%. Dunque, ben venga questa piccola ripresa natalizia se, almeno in parte, riuscirà a compensare l’innegabile ripiegamento dell’economia in questi ultimi mesi dell’anno”.
I commercianti: le vendite hanno preso slancio
Secondo i commercianti interpellati da Confesercenti, dopo un avvio al rallentatore nel weekend dell’8 dicembre (che tradizionalmente segna l’inizio dello shopping natalizio), lo scorso fine settimana e anche nei giorni successivi le vendite hanno preso slancio; c’è ancora tempo per gli acquisti e tutti sperano che le tredicesime – in pagamento proprio in questi giorni – diano una mano.
Regali, la classifica dei preferiti
L’interesse riscontrato per i prodotti enogastronomici non ha scalzato dal primo posto fra i regali preferiti gli articoli di abbigliamento, scelti – secondo un sondaggio condotto da Ipsos per Confesercenti – dal 47% degli acquirenti, mentre un ulteriore 19% donerà delle calzature. Al secondo posto (42%) cosmetici e i profumi. Immancabili i giochi e i giocattoli per i più piccoli, indicati dal 37% degli intervistati: videogiochi, bambole e giochi da tavola. Seguono libri e prodotti editoriali (33%) e tecnologia (32%). Prodotti gastronomici e da enoteca verranno scelti rispettivamente dal 30% e dal 23% dei consumatori, ma si tratta delle due categorie per le quali, come si è detto, si sta registrando il maggior incremento di spesa. Infine, gioielli e bigiotteria (26%) e oggettistica e prodotti da collezione (24%).
A Natale il negozio batte il web 6 a 4
La bulimia da sconti tipica del Black Friday ha fatto sì che – in quell’occasione – sia già stato acquistato un terzo dei regali, ma in gran parte sulle grandi piattaforme dell’online. Tuttavia, con l’avvicinarsi del Natale, i negozi guadagnano terreno: secondo il sondaggio Ipsos, infatti, i consumatori sceglieranno un punto vendita fisico per il 61% circa degli acquisti: il 46% presso un negozio di vicinato o in un centro commerciale, il 10% in un negozio monomarca di una grande catena e il 4% in un mercato. Il 38% dei doni, invece, verrà acquistato online, soprattutto presso le grandi piattaforme (36%), mentre si riduce (2%) la quota degli acquisti effettuati direttamente sul sito del produttore.
A fine anno boom di presenze turistiche
Se le vendite registrano soltanto qualche piccolo segno di ripresa, dal punto di vista turistico Torino si conferma una meta di prim’ordine anche per queste festività: nel periodo 28 dicembre – 1° gennaio risulta già prenotato il 90% delle stanze negli alberghi cittadini. “Un afflusso di turisti – commenta Banchieri – che non solo fa bene al settore dell’accoglienza (alberghi, bar, ristoranti), ma contribuirà a far chiudere con il segno più anche il bilancio delle vendite per i negozi della città”.