“Togliere i freni allo sviluppo, in Toscana ed Italia”
Nico Gronchi, 44 anni (imprenditore del settore moda di Certaldo – Firenze, consigliere delegato dell’azienda Luisa di Mauro con 12 punti vendita tra Toscana e Umbria; per dieci anni presidente di Confesercenti Firenze), è stato confermato Presidente di Confesercenti Toscana. Lo ha sancito l’assemblea elettiva regionale che si è svolta questa mattina al Teatro Niccolini di Firenze: un assise che ha concluso un lungo percorso di ascolto e confronto con il tessuto regionale della categoria e che si è dipanato in oltre 200 assemblee.
Dopo i ringraziamenti di rito, Gronchi ha subito affrontato il tema scelto per l’assemblea “Toscana e Italia: togliere i freni allo sviluppo”
“Le città sono profondamente cambiate con uno strappo economico e sociale con il quale siamo stati costretti a convivere. Ma lamentarci, non solo non basta, ma non serve: c’è bisogno di alzare la testa, di ‘toglierci l’elmetto’ e cominciare a scommettere sul futuro nell’unico modo possibile e cioè passare dal sopravvivere a tornare ad investire. Un messaggio forte e chiaro arriva dalla legge di stabilità e segnali importanti, anche, dal PRS della Toscana. A noi il compito di immaginare il futuro puntando su alcuni asset fondamentali a partire dall’ innovazione (intesa come innovazione di processo, di prodotto e sociale) alla sicurezza. Sul commercio, ha poi continuato Gronchi, occorre essere molto chiari: il testo unico sul commercio della Toscana, da esempio virtuoso e copiato in tutta Italia, è diventato uno spezzatino. Per ben 3 volte, 3 governi diversi, hanno impugnato parti della legge Toscana. Il risultato è che regione e comuni non possono programmare niente, zero regole per Outlet ecc. Non è possibile lasciare decidere il destino delle nostre città ai professionisti della speculazione o agli investitori privati”.
Chiara la proposta del Presidente Gronchi anche sulla questione orari. “La favola dei consumatori che vogliono i negozi sempre aperti non è più credibile tanto che il 62%, secondo un recente sondaggio, sarebbe favorevole a limitare le aperture. La nostra proposta è di limitarle per 12 festivi o domeniche e poi lasciare ai comuni la facoltà di stringere o ampliare in base agli accordi e alle presenze turistiche”.
Sul turismo, asset strategico per la Toscana (7/8% del PIL Toscana, occupazione diretta ed indiretta del 10/11%, oltre 150/160k lavoratori su un totale occupati in Toscana di 1,4 mln) e dove si hanno previsioni di crescita continue fino al 2030, oggi “occorre intervenire sui nuovi fenomeni della “sharing economy” (locazioni turistiche, home restaurant, ecc.)”.
Last but least, il credito. Occorre una visione nuova del sistema credito in Toscana perché il tema vero di cui dobbiamo farci carico non è più il costo del denaro o della garanzia, ma la capacità di far arrivare credito alle imprese e soprattutto alle micro e piccole imprese (il totale nazionale del credito erogato al comparto del commercio e turismo è pari a circa 200 mld l’anno e solo il 13% arriva alle imprese con meno di 5 dipendenti).
“Il sistema delle garanzie era un’eccellenza toscana: degli oltre 230 Comfidi italiani, solo una quindicina sono quelli primari e 3 di questi sono in Toscana. Italia Comfidi è il primo consorzio nazionale con quasi 3 mld di affidamenti garantiti, 75k associati, 92 mln di patrimonio e il nostro bel pacchetto di sofferenze (altrimenti avremmo fatto male il nostro lavoro) ma con un fortissimo indice di solidità. Quasi il 90% degli affidamenti che garantiamo da 5/6 anni a questa parte sono per ristrutturazione del debito e non per investimenti: dobbiamo ribaltare la tendenza”.
“Noi ci siamo, ha poi concluso il Presidente Confesercenti Toscana, con la consapevolezza del valore delle imprese e delle persone che ci sono dietro, consapevoli del grande lavoro che ci aspetta e delle grandi responsabilità che ci affidano ogni anno decine di migliaia di imprese toscane.
Concluso citando una frase di Peter Drucker “Dietro ad ogni impresa, c’è sempre qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa”.