Ospiti speciali: Silvio Barbero, cofondatore slow food e vicepresidente dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo e Nicola Perullo rettore della stessa Università. Domani 16 novembre giornata di chiusura con la sessione plenaria di confronto tra le categorie economiche e lo spettacolo con Telmo Pievani
Terza giornata per XXV edizione della BITM – Le giornate del Turismo Montano in corso fino a venerdì al MUSE di Trento. Tema di quest’anno: “La montagna come opportunità. Il turismo delle Terre Alte nell’epoca di grandi cambiamenti globali”, declinato in approfondimenti e laboratori tematici che vanno a coinvolgere operatori del settore, le scuole, rappresentanze sociali, lavorative, economiche e di sviluppo del territorio, associazioni di categoria, esperti e studiosi.
Domani la chiusura con la sessione plenaria di confronto tra le categorie economiche e lo spettacolo di Telmo Pievani all’Auditorium Santa Chiara. Pievani sarà anche in collegamento la mattina.
Oggi il focus si è concentrato sul “Il turismo come sinergia: nuove collaborazioni pubblico privato nella filiera turistica” e il “Laboratorio delle Idee” con i professionisti della filiera turistica. Ospiti speciali della mattina sono stati: Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Nicola Perullo, rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Silvio Barbero, tra i co fondatori di Slow Food, ha voluto coinvolgere e lanciare messaggi importanti agli studenti seduti in platea – la BITM, ricordiamo, nelle sue giornate ospita diverse scuole del Trentino. “Di fronte alla crisi globale che abbiamo davanti, c’è bisogno di cambiare qualcosa. Cambiare tutto, lavorare su nuovi paradigmi. Sapete quando è successa la prima grande transizione? La rivoluzione industriale ha cambiato il modo di produrre il cibo, di produrre merci, i rapporti tra città e campagna. Tutto. Siamo nella fase conclusiva di questa rivoluzione industriale, che oggi è alla fine perché c’è una crisi determinata dal fatto che la produzione industriale ha cambiato tutto. Oggi c’è bisogno di una vera transizione ecologica: una nuova rivoluzione, che cambi i modelli di produzione, di consumo, di gestione della città”.
Nicola Perullo ha illustrato le basi che determinano gli studi dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, “da noi non si mangia tutto il tempo, ma si studia il cibo, elemento molto interessante per ragionare e per operare su questi temi di cambiamento. Il cibo interviene nel campo della transizione ecologica, dei diritti, della politica. Il cibo riguarda tutti, è necessario a tutti, alla vita umana. È al centro di una serie quasi infinita di aspetti. È legato alla salute umana, all’energia, al consumo, alla rappresentazione di come le persone vivono e si rappresentano, è legato alla socialità. Una delle principali metafore della vita umana è convivialità; intendiamo mangiare insieme, ma letteralmente è vivere insieme. Alla base di tutto deve esserci il concetto di qualità. La sfida è curare i processi qualitativi che nascono nei territori, che nascono dalle persone, dai legami sociali. La qualità non è solo un fatto tecnologico, è soprattutto un fatto culturale, filosofico, è un modo di approcciarsi al mondo”.
Gli interventi, nel corso della giornata, hanno affrontato il tema dello sviluppo sostenibile delle comunità rispetto al turismo e alle dinamiche di cambiamento in atto.
Ad intervenire:
Massimo Bernardi, direttore del MUSE, alla sua prima uscita ufficiale. “Proverei a ragionare su due orizzonti, uno legato ai luoghi e alle persone e uno legato alle tematiche. Il museo non esiste se non è abitato. Come non esiste una distinzione tra muso piccolo o grande; esiste invece la lente attraverso la quale guardiamo un museo che è quella della comunità. Il MUSE è comunità e vuole continuare ad esserlo in modo esteso e diffuso. Abbiamo il 70% dei nostri visitatori che viene da fuori, ma la nostra forza è quella di continuare ad essere agorà di territorio”.
Marco Dalla Torre, project manager del Progetto Speciale per le Comunità Energetiche Rinnovabili della Federazione Trentina della Cooperazione. “Le CER arrivano in Italia in virtù di una direttiva EU che vuole favorire l’installazione di impianti rinnovabili, nonché puntare a far consumare l’energia elettrica generata in spazi limitati, con ricadute positive a livello di rete elettrica, sia a livello di costi minori che di quantità di energia dispersa. Accade però che c’è una normativa diversa in ciascuno stato membro. In Italia si deve realizzare un’unione di cittadini; nella direttiva italiana viene premiato qualcosa che già si fa, se lo si fa insieme. Si uniscono consumatori e produttori e viene premiato attraverso il GSE la contemporaneità di produzione e messa in rete e contemporaneo consumo”.
Francesco Gabbi, presidente di CBS – Community Building Solutions, ha presentato il progetto Ospitar. “Lo sforzo collettivo è quello di riqualificare i territori a rischio di abbandono. Siamo urbanisti, sociologi, abbiamo una formazione variegata che non viene esattamente dal turista e interveniamo partendo da quello che è il patrimonio immobiliare delle seconde case chiuse e da riqualificare. Il nostro obiettivo è proprio quello di mettere in atto un processo di riqualificazione di questi immobili dismessi per ricreare un turismo di comunità in queste zone. Parliamo di ospitalità diffusa in edifici e abitazioni esistenti, cercando di coinvolgere anche gli esercizi commerciali e le attività del luogo”.
Stefania Angeli, presidente dell’Associazione B&B di Qualità Trentino si è soffermata sul termine qualità, necessario quando si parla di accoglienza. “Il B&B sicuramente sta facendo un grande lavoro rispetto ai cambiamenti che ci sono. I cambiamenti dobbiamo affrontarli e abbracciarli positivamente. Noi come B&B abbiamo valorizzato paesi, luoghi, proposte abitative. L’altro giorno sono andata a fare un sopraluogo: entrare in queste case e vedere che c’è il recupero degli oggetti, delle cose della nonna che raccontano tradizioni e autenticità è motivo di gioia. Questa è una cosa molto sostenibile, non è una cementificazione. Ma dobbiamo farlo con qualità e attenzione”.
Ancora parlando di sostenibilità sono intervenuti:
Stefano Righi, responsabile Offering di Dolomiti Energia che si è soffermato sulla transizione energetica. “C’è una sensibilità crescente al tema della sostenibilità, con il 50% disposto a pagare di più. È un turismo che sta diventano rigenerativo, sempre più attento a riqualificare l’ambiente. C’è anche da parte del turista sempre più bisogno di esperienze a contatto con la natura. Il turismo è basato sempre di più sulle comunità locali, e il turista vuol sempre più usare dei mezzi di spostamento green, come treni e bicilette. In queste ore a Baku si sta tenendo la COP 29, si cerca di trovare degli accordi per arrivare all’obiettivo della neutralità climatica al 2050. Temi molto complessi, che coinvolgono anche la finanza climatica. Oggi siamo a livelli più alti degli ultimi 20 anni, ma c’è ancora spazio per migliorare le nostre bollette. E se riusciremo a compire una transizione verso le rinnovabili, avremo più benefici”.
Roberta Silva, rappresentante del Tavolo Tecnico Prudenza in Montagna ha messo in correlazione i cambiamenti climatici con la prudenza in montagna. “Il rischio 0 in montagna non esiste. Non dobbiamo parlare di sicurezza in montagna, ma di prudenza. Cosa vuol dire prudenza in montagna? Normalmente tutti i bimbi, quando si approcciano alla strada, vengono accompagnati dal genitore che insegna. Spesso nell’andare in montagna i professionisti non vengono contattati, così le persone si approcciano alle cime, alle arrampicate, alle ferrate, senza sapere come affrontare la montagna, attirati da immagini. Abbiamo deciso quindi di comporre questo tavolo proprio perché vogliamo far capire come il 112 non è un aiuto che ci deve essere dato per andare in montagna, è l’ultimo passo. Al Tavolo Tecnico Prudenza in Montagna hanno aderito il Soccorso Alpino, le Guide Alpine, la SAT, l’Associazione Rifugi, la Fondazione Dolomiti Unesco, Trentino Marketing, insieme comunichiamo la prudenza e la consapevolezza. Cosa vuol dire consapevolezza? Essere pronti, sapere come muoversi in montagna, sapere quali sono i passaggi da fare. Non bisogna poi dimenticare che le informazioni che si trovano online possono essere vecchie di mesi, e in questo periodo, anche per via del cambiamento climatico, i percorsi e le attenzioni possono mutare”.
Barbara Darra, global Marketing Manager del Gruppo Mezzacorona ha portato i partecipanti di BITM nel mondo del vino e dell’enoturismo. “Nella nostra regione il vino è un’asse importante dell’economia e guardando alle nuove generazioni dobbiamo riuscire a creare delle narrazioni perché siano consapevoli e informati correttamente. La sostenibilità ambientale e sociale, economica, per il gruppo Mezzacorona è un elemento fondamentale e un processo inclusivo. Il vino è un elemento di socialità, di cultura territoriale, di identità, di bellezza, di diversità, è economia portante del territorio”.
Il “Laboratorio delle idee” è stato un confronto tra categorie territoriali e sociali. Sul tavolo la ricerca di nuovi modelli per far incontrare imprese e lavoratori nel settore turistico, tema tra i più difficili da risolvere in questo periodo.
Cosi Maurizio Zabbeni della CGIL del Trentino: “Complice anche la pandemia, l’approccio al mettere insieme la conciliazione vita lavoro, e fare attenzione anche alla vita privata è diventato primario per le giovani generazioni. Rinunciare a momenti dedicati alla socializzazione è una delle questioni sempre più al centro delle valutazioni che i giovani fanno quando si approcciano al mondo del lavoro. Si pensa a una carriera senza pensare unicamente al solo fronte economico. Si pensa alla qualità del lavoro. È emerso con chiarezza che la Provincia di Trento è una di quelle in qui le retribuzioni sono più basse, soprattutto per quanto riguarda giovani e donne. Nel turismo il problema aumenta, per via della stagionalità”.
Spazio anche al progetto pilota presentato da Luca D’Angelo, direttore dell’Azienda per il Turismo Dolomiti Paganella. “Dall’anno scorso, insieme all’Agenzia del Lavoro e Trentino Sviluppo abbiamo lanciato un progetto pilota nell’attrazione di personale sui territori. Abbiamo voluto metterci qualcosa in più: l’idea è stata quella di costruire un pool di imprenditori turistici che hanno firmato un patto di attivazione in cui viene garantita una qualità dell’accoglienza anche in termini di vitto (la possibilità di trovare una residenzialità per le risorse umane a prezzi adeguati). Sono 26 strutture, devono garantire un determinato standard alle risorse umane. Abbiamo attivato un team card, garantiamo una card che permette ai lavoratori di accedere agli stessi servizi e alle stesse scontistiche degli ospiti. La questione della stagionalità è la più complicata. Questa richiesta di continui cambiamenti non aiuta. Tant’è che stiamo ragionando sulla creazione di una destinazione season free, perché così si può assumere del personale annualmente, il che peraltro conviene, senza avere costi della continua ricerca di personale, etc.”
Carlo Callin Tambosi, presidente di Enbit – Ente Bilaterale del Trentino si è soffermato sui luoghi comuni. “Possiamo liquidare il problema con le solite frasi, i giovani d’oggi non hanno voglia di lavorare, non mi si dica che non ci sono possibilità di lavoro, e via dicendo. Chi mi ha proceduto ha parlato di alcune possibili vie per rendere appetibili questi posti di lavoro che fatichiamo a riempire. Mi sento però di dire che dare al nostro ragazzo lo stagionale per andare a sciare può essere sicuramente un bonus che può essere gradito da alcuni, ma non è questo il punto. A prescindere dai ruoli dobbiamo chiederci cosa deve fare il sistema per fare in modo di farsi sentire tutte le persone coinvolte in un’organizzazione parte della stessa”.
Walter Largher della UIL del Trentino ha ricordato come sono cambiate le dinamiche nel tempo. “Faccio parte della generazione di chi faceva la stagione in estate durante la scuola. Era normale, oggi non lo è più. Era il modo di avere soldi da spendere. Non si facevano colloqui di lavoro, si lavorava da giugno a settembre, senza pause. Poi ho fatto una stagione a Londra, e l’ho vissuta non come stagione, ma come sviluppo di una professione. Poi ho iniziato a vendere la mia professionalità sul lago di Caldonazzo: prendevo quasi sue volte e mezzo uno stipendio normale. Oggi non c’è più questo. Non perché i giovani non vogliono lavorare. Perché i giovani sono meno, per l’inverno demografico; perché il giovane può fare stagioni anche a Trento, senza spostarsi a Canazei, in supermercato, con orari dignitosi. Sappiamo quali sono le criticità. Abbiamo bisogno di innovatori, bisogna prendere decisioni non sul lungo periodo, devono essere qui e domani”.
Anche Lorenzo Paoli, presidente dell’Azienda per il Turismo Val di Non si è soffermato sulla qualità della vita che oggi si è alzata di livello. “Oggi le persone fanno delle valutazioni legate alla qualità della vita, all’impegno che desiderano avere dal punto di vista lavorativo. Da noi l’aspetto che ha costruito la ricchezza della valle è stato quello di cercare di fare sempre di più, anche a livello quantitativo, oggi ci sono anche altre esigenze”.
Ad intervenire anche Gabriele Goller della CISL del Trentino: “Credo fortemente che le nuove generazioni siano intrise di passione, non hanno bisogni di spingere in questa direzione. Credo altrettanto che chi intraprende la professione nel turismo sia mosso da una passione per il tipo di lavoro e per il territorio che vive e che vuole condividere con i turisti. Credo che queste due cose debbano trovare un punto di congiunzione. Dobbiamo trovare un sistema in cui domanda e offerta vadano d’accordo. Non posso pensare che un giovane cameriere debba lavorare 7 giorni su 7, 12 ore al giorno e che parallelamente cresca la sua passione per il settore. Non posso pensare che un imprenditore pensi di investire solamente nella struttura, l’investimento deve essere fatto anche sul personale. L’organico deve essere equilibrato sulla richiesta della propria clientela”.
IL PROGRAMMA DI DOMANI – VENERDI 15 NOVEMBRE 9.00 – 12.30
Sessione plenaria
Un confronto tra le categorie economiche
Il turismo nell’epoca dei grandi cambiamenti
La sessione finale della Bitm ha l’obiettivo di promuovere una comprensione approfondita delle nuove sfide dell’economia turistica, favorendo un dialogo costruttivo tra i numerosi soggetti del comparto al fine di sviluppare soluzioni collettive e sostenibili per il futuro del turismo.
Interventi istituzionali
Maurizio Fugatti | Presidente della Provincia autonoma di Trento
Giulia Robol | Sindaca del Comune di Rovereto
Franco Ianeselli | Sindaco del Comune di Trento
Vittorio Messina | Presidente di Assoturismo Nazionale
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Mara Nemela | Direttrice della Fondazione Dolomiti Unesco
Rocco Cerone | Presidente Cooperativa Oltre Gli Ostacoli
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Una sintesi delle Giornate del Turismo Montano
Alessandro Franceschini | Direttore scientifico della Bitm in dialogo con Maurizio Rossini | Amministratore unico di Trentino Marketing
Ne discutono le categorie economiche
Nicoletta Andreis | Presidente dell’Associazione Agriturismo Trentino
Andrea Basso | Presidente di Ance – Associazione Nazionale Costruttori Edili
Giovanni Battaiola | Presidente dell’Associazione Albergatori e Imprese Turistiche del Trentino
Giovanni Bort | Presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Trentino
Paolo Calovi | Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori del Trentino
Andrea De Zordo | Presidente dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese della provincia di Trento
Lorenzo Delladio | Presidente di Confindustria Trento
Luca Oliver | Presidente delle Acli del Trentino
Mauro Paissan | Presidente di Confesercenti del Trentino
Germano Preghenella | Vicepresidente della Federazione Trentina della Cooperazione
Ospite
Telmo Pievani | Filosofo della biologia, saggista, presentatore e autore televisivo e teatrale