Il Presidente Convento: “Dobbiamo tutti prendere atto della straordinarietà della situazione, una situazione che sta diventano ogni giorno più insostenibile per i consumatori, le famiglie e per le imprese”
«I costi per i consumi elettrici sono aumentati del 620% rispetto al 2020. L’aumento medio delle bollette, solo negli ultimi mesi, è del 135% e questo inevitabilmente porta ad un calo dei consumi.
Questo potrebbe portare il tasso di inflazione a toccare il 6% nel 2022, determinando a livello nazionale minori consumi per 4 miliardi di euro».
«Negli anni cruciali del PNRR si rischia quindi di smarrire l’ancoraggio dell’inflazione, con inevitabile pregiudizio sulle prospettive di crescita e sui risultati del Piano: stimiamo che con simili dinamiche dei prezzi la crescita del Pil si ridurrebbe nei prossimi tre anni di 24 miliardi. Anche il turismo si avvia a soffrire: nel 2019, prima della crisi Covid, il turismo russo in Italia generava circa 1,7 milioni di arrivi e 5,8 milioni di presenze, con una spesa stimabile sui 2,5 miliardi di euro. Una fetta importante del nostro incoming che, con l’apertura delle frontiere anche ai viaggiatori dotati di solo green pass di base, si sperava di recuperare, ma che è ora messa a rischio dalla crisi Ucraina».
«Per questo, è necessario contenere, con tutti gli sforzi possibili, la tensione inflazionistica.
Imprese e famiglie sono gravate dai costi di energia e gas, e la crescita esponenziale dei carburanti degli ultimi giorni porta ulteriori aggravi, riducendo i consumi al minimo, mentre i piccoli esercizi faticano ancora a ritornare ai livelli pre-Covid».
Servono immediati sostegni all’economia:
- su scala nazionale con un congruo periodo di allungamento delle moratorie sui prestiti bancari e scadenze fiscali. Servono agevolazioni nei pagamenti di affitti, mutui e cartelle fiscali arretrati. Sterializzazione dell’iva sui prezzi dei carburanti e riduzione delle accise.
- a livello locale : l’esonero del pagamento della concessione del suolo pubblico e della Tari
Diversamente la strada della ripresa si allontanerà ulteriormente, acuendo la sofferenza dei settori già più duramente colpiti dalla pandemia e delle famiglie, su cui l’impatto dell’inflazione – come sottolineato dalle stime Istat sulla povertà – potrebbe essere molto grave, in particolare per i nuclei più fragili.