Quest’anno il Gioiello accoglie la fiducia degli esercenti e omaggia gli operatori sanitari
Martedì 7 settembre il Trasporto del Gioiello di Vicenza entrerà come ogni anno al Santuario di Monte Berico, in occasione della Processione diocesana che annuncia l’8 settembre. Processione che, per motivi di sicurezza, non ci sarà, ma che vedrà la celebrazione all’interno del Santuario mariano. Il Gioiello, dopo che nel 2020 rimase custodito nella sua teca di cristallo al Museo Diocesano compirà, invece, il suo cammino per onorare l’antico voto dei vicentini alla Madonna. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Vicenza e della Confesercenti di Vicenza.
In questo 2021 di incertezze, saranno infatti dieci volontari della Confesercenti e del gruppo ANMI, Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Vicenza, accompagnati anche dai volontari dell’Ospedale “Pesenti-Fenaroli” di Alzano Lombardo, a portare l’ex voto dal sagrato del santuario fino all’altare, vestendo la tunica “azzurra con banda d’argento” dei Facchini del Gioiello.
La partecipazione e il patrocinio del Trasporto, che farà ingresso nel Santuario alle ore 20.15, sarà ricordata anche attraverso una targa in ceramica con dedicazione, che la Confesercenti ha voluto offrire alla Madonna, per chiedere la protezione e sostenere quanti hanno affrontato questo periodo di difficoltà. Alla realizzazione della targa hanno collaborato anche Confartigianato di Vicenza e a Proloco Centro Storico.
«Il gioiello di Vicenza, capolavoro frutto della maestria degli orafi vicentini» spiega Flavio Convento, presidente della Confesercenti di Vicenza «è un “ex voto”, ovvero un dono offerto a Dio per dire “grazie”. Nel 1578, la nostra città ringraziava e festeggiava la fine di una delle epidemie di peste più dolorose che la storia ricordi. E va dà sé che in questo periodo la consueta processione assume un significato particolare: purtroppo non è ancora tempo di ringraziare, ma è tempo di sperare. Ed è tempo di impegnarsi con tutti i mezzi “umani”, che la scienza e la tecnologia ci hanno consegnato in questi secoli, per far sì che il momento di festeggiare ancora possa arrivare il più presto possibile. Per la nostra città questa è una ricorrenza tra le più importanti, ed è un grande onore per la Confesercenti poter partecipare da protagonista, sostenendo l’opera nel suo ingresso al santuario».
«In questo mese di settembre così ricco di eventi» dichiara l’assessore alle attività produttive Silvio Giovine, «la città di Vicenza si sta rimettendo in moto con grande determinazione proprio grazie all’energia che le viene dalla sua storia e dalla sua identità. Il Comune di Vicenza sostiene il cammino del Gioiello di Vicenza, al tempo stesso ex voto religioso e oggetto di raffinato artigianato artistico, riconoscendone l’alto valore simbolico: come corale è stata la realizzazione del gioiello e collettivo è il suo trasporto al santuario, così la ripartenza non può che essere condivisa. I vicentini ne sono consapevoli e l’amministrazione è al loro fianco nel sostenerli».
Il Trasporto di questo 7 settembre accoglierà anche una rappresentanza di quattro tra medici e infermieri dell’Ospedale “Pesenti-Fenaroli” di Alzano Lombardo (BG), in rappresentanza del mondo dell’Assistenza alla persona, dove medici, paramedici, volontari e ricercatori impegnati nella chirurgia e nella medicina, in ogni angolo del mondo, sostengono in ogni occasione la vita e la salute delle persone.
«L’ASST Bergamo Est» dichiara il dott. Francesco Locati , Direttore Generale dell’ASST Bergamo Est «è grata all’associazione “Il Gioiello di Vicenza” per questa preziosa opportunità, simbolo di fede e storia che varca i confini regionali ed è per noi motivo d’orgoglio. La nostra azienda ha messo in campo impegno ed energie per combattere la pandemia sin dall’esordio, e siamo fieri di poter partecipare in modo attivo alla vostra manifestazione in rappresentanza di tutti i professionisti della sanità in prima linea contro il Covid-19. Vogliamo esprimere gratitudine anche a tutti i colleghi veneti che con generosità e passione hanno affrontato, come noi, una situazione difficile e complicata. Siamo qui per dire grazie anche a Voi. Questo “gemellaggio” arricchisce la nostra storia e testimonia l’importanza di tenere viva la memoria sull’evento pandemico che non ha conosciuto confini, unendoci come mai prima in una lotta comune per sconfiggerlo».
“Il Gioiello”, simbolo della città di Vicenza
L’ex voto d’argento della città di Vicenza, voluto e fatto ricostruire nel 2013 dall’Associazione il Gioiello di Vicenza, oggi presieduta dall’arch. Romano Concato, con le donazioni e la partecipazione dei cittadini e delle attività istituzionali ed economiche, è capace di raccogliere l’interesse del pubblico e dei media per l’eccezionalità della sua storia, divenendo un vero e proprio ambasciatore della città in virtù degli elementi fisici e simbolici che lo compongono.
Dal 1578, il dono del prezioso Gioiello ricorda il voto della città per la fine di una delle più gravi epidemie di peste, ma anche le capacità artigianali e tecnologiche del mondo orafo, che nemmeno le razzie di Napoleone del 1797 riuscirono a disperdere, requisendo e riducendo il modello in lingotti. La rinascita del Gioiello è avvenuta grazie al progetto dell’arch. Romano Concato e alle capacità manuali del maestro argentiere Carlo Rossi, integrando la ricostruzione con le tecnologie di stampa 3D di ultima generazione. La polvere d’argento utilizzata per la stampante fu brevettata appositamente da Legor Group per la realizzazione di questo manufatto.
Approfondimento
Il progetto del “Gioiello” ha coinvolto in 4 anni 200 donatori, commercianti, aziende e istituzioni per riportare alla conoscenza e poi alla ricostruzione del voto per onorare la patrona di Monte Berico di un modello ideale della città, che «ha da durar perpetuamente et di andar in processione» secondo le parole del consiglio cittadino ai primi mesi del 1577 quando il modello venne eseguito con il parere «de molti eccellentissimi maestri de Venetia et di messer Andrea Palladio» (Barbieri 1980, p. 162). Nonostante le razzie di preziosità perpetrate nelle campagne d’Italia di Napoleone, quel voto è stato rispettato, dato che sono bastati sei dipinti ad olio conservati in altrettanti istituti, un concorso vinto dall’Arch. Romano Concato nel 2010, per fare si che non tutto fosse perduto. A questa capacità progettuale va aggiunta la straordinarietà dell’intero sistema dell’oreficeria vicentina, capace di ricostruire un oggetto antico partendo dalle nuove stampanti 3D PLM della Legor Group, con le finiture secondo tradizione del maestro argentiere Carlo Rossi e aggiungendo a queste elementi di ricercatezza come la piccola “Rua”in oro di Chimento Gioiellieri o il quadrante della torre Bissara in smalto di Oreficeria Soprana, senza contare quanti hanno saputo eseguire le stesse viti in argento massiccio, le targhe incise, nonché la base di sostegno per il Museo Diocesano, dove il Gioiello è sempre esposto al pubblico.
Il Gioiello di Vicenza è rinato con il patrocinio dalla Regione del Veneto, Comune di Vicenza, Consiglio Notarile dei distretti riuniti di Vicenza e Bassano d.G., Museo Diocesano di Vicenza, Confartigianato Vicenza, FAI Fondo Ambiente Italiano-del. di Vicenza, Le Botteghe Storiche di Vicenza ed è promosso da Comitato per la Rua, Diocesi di Vicenza – Ufficio per i Beni Culturali, Festival Biblico, Gioielleria Soprana, Pro Loco Postumia, VAGA – Ass. giovani architetti della provincia. Con il sostegno di Argenteria Rossi, Vi1544, Legor Group S.p.A., Torneria Nicoletti, Chimento Gioielli, Visentin Casa, Corà Timber, Caoduro S.p.A., Arte Ricamo S.n.c., AreaArte.
Breve cronistoria del Gioiello di Vicenza.
Il Gioiello è un capolavoro di fede e di gioielleria fatto costruire dai vicentini nel 1578 come ex voto per scongiurare le continue epidemie di peste. Il consiglio cittadino lo “affidò” simbolicamente nelle mani del patrono San Vincenzo perché lo consegnasse alla patrona della città, la Madonna di Monte Berico attraverso una processione religiosa che partisse dalla chiesa di S. Vincenzo in piazza dei Signori fino al Santuario. Realizzato partendo dalla “pianta angelica” custodita in Vaticano con la supervisione di Andrea Palladio e le maestria dell’orafo Cesare Capobianco (documentato) perché rappresentasse l’anima della città nel pieno della sua trasformazione in “teatro urbis” neoclassico.
Nelle campagne d’Italia del 1797 le truppe napoleoniche razziarono la maggior parte dell’oreficeria ricavandone materiale prezioso e tra questi il Gioiello che da allora sopravvisse nella memoria solo attraverso sei dipinti ad olio conservati in chiese e istituzioni della provincia. Nell’ambito della rinascita dei due simboli storici della città, il Giro della Rua e il Gioiello, lo storico Davide Fiore riunì nel 2009 al Museo Diocesano i membri del futuro Comitato scientifico, ognuno per la sua specifica capacità all’interno del progetto.
Un concorso di idee per giovani architetti e designer premiò nel 2010 il certosino lavoro dell’arch. Romano Concato di Trissino che restituì il Gioiello secondo un’immagine tridimensionale verosimile rispetto le indicazioni di concorso scritte dal prof. Luca Trevisan. Il progetto restituisce l’immagine di una Vicenza ideale del 1578 (anno della morte del Palladio) scalata secondo la Divina Proporzione cara agli architetti rinascimentali. In sintesi si può osservare la Vicenza reale del Rinascimento, racchiusa dalla cinta di mura antiche, regolarizzata con ogni elemento singolo rapportato al tutto.
Nel 2011 con una raccolta pubblica di argento denominata “Trasforma il tuo vecchio Argento in Storia” coordinata da 10 gioiellerie del centro storico (Orologeria Pavan, Gioielleria Oreficeria Argenteria Ageno, Orologeria Gioielleria Dal Ponte, Gioielleria Da Rin, Oreficeria e Gioielleria Soprana, Gioielleria Donegà Paolo, Gioielleria Re Mida, Gioielleria Gino Zoccai, Oreficeria Orologeria Marotto, Daniela Vettori Orefice) si arrivò (agosto 2013) alla raccolta di 70363,78 gr di materiale prezioso, qualche donazione in denaro. I donatori hanno offerto il loro vecchio argento di casa “Per la ritrovata armonia sociale”, come offertorio per superare la crisi economica e sociale di questi anni e per riacquisire fiducia come popolo attraverso la cultura e la fede, rimanendo iscritti sulla fascia d’argento applicata alla base trasportabile in legno. Il numero delle famiglie di donatori è di 200, di cui 70 hanno raggiunto o superato il mezzo kg di materiale offerto.
Trasformato l’argento in lingotti “argento 925”, il Comitato decise di procedere alla ricostruzione del progetto unendo la tecnologia laser PLM della ditta Legor Group appositamente sperimentata con l’argento per quest’opera, con la necessità di riprogettare ogni singolo pezzo per dialogare con la tecnologia informatica. [NOTA: Powder Laser Melting (PLM) è una tecnologia industriale innovativa di prototipazione rapida che si basa sul processo di sinterizzazione laser selettiva; la tecnologia PLM permette di realizzare complessi oggetti tridimensionali partendo direttamente da un modello CAD con conseguente riduzione delle tempistiche di produzione. Gli oggetti realizzati con questa tecnica sono costruiti strato dopo strato (additive manufacturing) tramite la fusione laser localizzata di polveri metalliche molto fine e con caratteristiche chimico-fisiche appositamente ingegnerizzate. La sovrapposizione successiva degli strati da quindi vita all’oggetto che, per dimensioni e morfologia, riproduce esattamente il modello tridimensionale elaborato al computer.
Lo straordinario lavoro volontario del maestro argentiere Carlo Rossi, in occasione dei 50 anni della sua attività artigiana a Vicenza, ha visto un minuzioso lavoro di lucidatura, patinatura, saldatura e talvolta ricostruzione di elementi molto fragili, un lavoro capace di unire tecniche secolari alla tecnologia di ultima generazione. Per scelta del Comitato gli edifici palladiani (molti dei quali non terminati alla sua morte), sono stati rifiniti con maggiore dovizia di particolari. Nel frattempo oltre 30 presentazioni aperte al pubblico sono state offerte dal Comitato anche grazie a proiezioni interattive studiate appositamente in musei, scuole, circoli o iniziative di piazza.
Molte sono le aziende e gli artigiani che hanno offerto il proprio lavoro nella realizzazione di elementi ad alta specializzazione come le viti in argento massiccio, le microfusioni, il quadrante della Torre Bissara in smalto, la Rua in miniatura in oro, il basamento e la portantina in legno, l’allestimento museale, il Gonfalone, la cupola protettiva, l’apparato processionale studiato appositamente con un’immagine classica.
Parallelamente un lavoro di ripristino del percorso storico per il trasporto del Gioiello dal cuore della città al santuario è stato svolto in accordo con le autorità ecclesiastiche come prima dell’arrivo di Napoleone a Vicenza.