Preoccupazione dei gestori: attesi rialzi ancora per cinque mesi, prospettiva drammatica per gli operatori della filiera quanto per i consumatori
Il costo del metano è ormai alle stelle: nel padovano, secondo l’indagine sul campo della Faib Confesercenti, è passato mediamente da 0,90 centesimi fino ad 1,4 euro, con un aumento percentuale del 50%. Il rincaro preoccupa gli addetti alle aree di servizio e gli operatori della filiera del gas metano, che nell’aumento dei costi non hanno responsabilità e nemmeno ne traggono alcun guadagno.
«L’aumento del costo del metano» spiega infatti Mariano Peraro, presidente Faib del Veneto Centrale, «è da collocarsi nell’ambito delle speculazioni internazionali e non è certo riconducibile ai gestori che, anzi, sono rimasti interdetti da questo repentino aumento. I gestori, come è noto, applicano i prezzi raccomandati dai fornitori e come i consumatori hanno solo da perdere dagli aumenti, essendo il loro guadagno commisurato ai litri erogati. Più salgono i prezzi, meno si vende e meno guadagnano. Certo chi ha fatto un investimento sull’auto a metano confidando nella maggiore convenienza di quest’energia, oggi si sente tradito e giustamente protesta».
«Faib» conclude Peraro «chiede di fare chiarezza, di attivare gli organi di vigilanza e l’apertura di un’indagine parlamentare sull’andamento dei prezzi dei prodotti energetici. Diversi esperti prevedono un rientro della dinamica rialzista a partire dalla prossima primavera, cioè tra 5 mesi e ad inverno finito. È una prospettiva tremenda e di grande preoccupazione per gli automobilisti, per i cittadini, per le imprese e per la ripresa economica che potrebbe risentire di questo fardello con un effetto a raggiera. Oggi più che mai le scelte in materia energetica devono essere plurali ed affidarsi alla neutralità tecnologica per il futuro».