L’apertura di sette giorni su sette non è la strada giusta da percorrere ha evidenziato Cristina Giussani, Presidente Confesercenti Veneto
“In occasione delle prossime festività pasquali, riprende forza il tema della aperture domenicali e festive, battaglia sostenuta fin dall’inizio da Confesercenti e dalla CEI e della necessità di mettere un freno alle liberalizzazioni del Governo Monti”.
Ora la Regione Veneto, insieme a Confesercenti Veneto e agli altri soggetti appartenenti al Tavolo Etico promosso sull’argomento, hanno inviato una missiva rivolta a tutti i neo senatori e deputati veneti che punta a riavviare la procedura di approvazione del disegno di legge che era stato licenziato da Montecitorio e che prevede attualmente 12 giornate annue di chiusura domenicale e festiva, con possibilità di deroga fino a 6.
«Siamo da sempre contrari all’apertura selvaggia nelle giornate festive perchè, non solo da un punto di vista etico, ma anche rispetto alla paventata ripresa dei consumi, l’apertura di sette giorni su sette non è la strada giusta da percorrere – ha evidenziato Cristina Giussani, Presidente Confesercenti Veneto, nel corso del “tavolo etico” promosso dalla Regione Veneto sull’argomento – Anzi, a causa delle aperture selvagge, in una città come Mestre per esempio, è stato chiuso il 20% dei negozi. Per questo, in accordo con la Regione Veneto e con l’assessore Marcato abbiamo inviato una lettera a tutti i nuovi parlamentari veneti, ai quali viene chiesto di sottoscrivere un formale impegno a modificare il decreto “Salva Italia”, che nel 2011 aveva liberalizzato gli orari. Impegno verso il quale, già nella scorsa legislatura, tutti i parlamentari veneti in modo trasversale avevo condiviso e fatto proprio”.
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